(Teleborsa) – Il Commissario Ue agli Affari economici, Paolo Gentiloni, ha rifiutato la lettura secondo la quale le attuali difficoltà economiche siano determinate dalle sanzioni nei confronti della Russia. “È sempre facile per una certa propaganda dire che le difficoltà economiche dipendono dalle sanzioni. È completamente falso: le difficoltà economiche dipendono dall’invasione russa dell’ucraina e dall’effetto moltiplicatore su trend già esistenti” legati alle riaperture post Covid, ha sottolineato Gentiloni nella conferenza stampa di presentazione delle previsione economiche estive della Commissione Ue.
“Se si decide di rispondere a un’invasione senza partecipare alla guerra, che è stata la decisione ovvia della Ue, ma con mezzi economici occorre essere consapevoli che gli effetti resteranno per qualche tempo”, ha dichiarato il commissario.
Gentiloni ha parlato della situazione italiana sulle forniture di gas, in termini di diversificazione delle fonti e di stoccaggio, definendola “decisamente buona, migliore della media” europea. “Il livello degli stoccaggi in Italia è superiore alla media, ma nella Ue è buono, migliore dell’estate scorsa”. Inoltre sulla diversificazione delle fonti l’Italia ha un vantaggio di avere vari fornitori”. Quanto all’ipotesi di porre un tetto al prezzo sul gas, il Commissario ha dichiarato che “la Commissione considera tra i vari scenari anche la possibilità in emergenza di mettere sul tavolo proposte di price cap, non è una proposta che decideremo nei prossimi giorni o nella situazione attuale, ma è una possibile evoluzione in caso lo scenario si deteriorasse”.
L’incognita più grande è legata alla guerra. Il rischio di un “worst case scenario” in cui l’Europa si ritrovi senza gas russo e possa finire in recessione nella seconda metà dell’anno, con impatti negativi sulla crescita anche nel 2023, è ormai “più che ipotetico” ha dichiarato Gentiloni in conferenza stampa. “La tempesta è possibile, anche se non è qui ora”, ha aggiunto.
Il commissario Ue all’Economia ha inoltre avvertito che la forza del dollaro “non può essere considerata un fattore positivo” dopo che il biglietto verde ha raggiunto la parità sull’euro. “Se si guarda al cambio dell’euro sulla sterlina e sullo yen si vede che il problema non è la debolezza dell’euro, ma si vede che c’è apprezzamento del dollaro legata a un meccanismo di safe haven” ha spiegato Gentiloni. “Non possiamo considerarlo un fattore positivo, anche se ha alcuni effetti positivi. L’euro è forte, ma il dollaro è più forte, dobbiamo essere consapevoli che l’apprezzamento del dollaro avrà gravi conseguenze per le economie emergenti”, ha concluso Gentiloni.