(Teleborsa) – Il ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, Enrico Giovannini, ha affermato che per quel che riguarda i tempi per la costruzione della Gronda di Genova si deve evitare la politica degli annunci. “Ho già riferito in Parlamento quali sono gli step che immaginiamo. Le verifiche vanno fatte seriamente per evitare di dare anche annunci che poi non si riflettono in reali operazioni il campo”, ha spiegato durante un convegno sulle infrastrutture della Liguria e rispondendo al sindaco del capoluogo ligure, Marco Bucci, che chiedeva delucidazioni sulle tempistiche per l’opera.
“La condizione di Aspi ha frenato una serie di attività data l’incertezza del futuro. Incertezza che ora è stata sciolta”, ha però assicurato Giovannini. “La Liguria – ha sottolineato il ministro – è oggetto di una quantità straordinaria di investimenti e quindi ha bisogno di tutto il sistema che lavori in modo coeso, coerente e cooperativo”.
L’occasione è stata utile anche per toccare altri temi cari al sistema delle infrastrutture. “Per quanto tempo ci hanno detto che la legge sulla revisione del codice degli appalti sarebbe stata difficile e non sarebbe arrivata in tempo? Ebbene, la commissione della Camera ha votato il provvedimento, che dovrebbe andare in aula la prossima settimana e dovrebbe poi passare al Senato per un’ultima lettura rapidissima. Quindi rispetteremo i tempi“, ha affermato Giovannini.
“Il testo – ha dichiarato il ministro – beneficia di molti degli interventi realizzati nell’ultimo anno grazie anche al PNRR, e dunque le buone pratiche che si stanno rivelando tali, anche sulla base delle critiche che stiamo ricevendo, saranno tradotte nel nuovo codice degli appalti”. “Anche su questo – ha aggiunto – l’accordo con le forze politiche è stato trovato senza particolari drammi. Vorrei ricordare che un anno fa le posizioni politiche erano totalmente polarizzate. La sintesi che abbiamo trovato nei tempi previsti mi sembra un buon esempio di collaborazione tra governo, forze politiche e Parlamento”.
Il ministro si è detto infine preoccupato dei costi extra per le materie prime. “È frutto di questa preoccupazione, e di una discussione lunga e difficile con il mondo delle imprese, la decisione di destinare, sui 15 miliardi di interventi del decreto aiuti delle settimane scorse, 10 miliardi proprio per fronteggiare l’aumento dei costi delle materie prime ed evitare il blocco dei cantieri”.