(Teleborsa) – Il pezzo del gas continua a salire inesorabilmente e ieri, sul mercato di Amsterdam, il future sul gas TTF, prodotto di riferimento per l’Europa, ha toccato un nuovo record storico di 321,4 euro per Megawattora, in rialzo del 10% rispetto al giorno precedente, in vista dell’ennesima chiusura del gasdotto Nord Stream che porta il gas dalla Russia all’Europa dal 31 agosto al 2 settembre. Ma soprattutto si teme che Mosca possa usare il gas come arma di ricatto per bloccare definitivamente le forniture in autunno o nel corso dell’inverno, quindi ogni Stato europeo sta provvedendo ad un pipano di emergenza per riempire gli stoccaggi e risparmiare gas.
L’aumento del prezzo del gas rischia di essere una bomba sociale, perché le famiglie sono già allo stremo con il pagamento delle bollette e si rischia un raddoppio delle tariffe indicate dall’ARERA il prossimo 1° ottobre.
La situazione è grave anche per le imprese che lanciano appelli al governo. “Il governo Draghi può e deve intervenire”, ha dichiarato il presidente di Confindustria Carlo Bonomi ieri sera, chiedendo “un tetto al prezzo del gas, che se non viene fatto a livello europeo, deve essere fatto a livello nazionale” e di “sganciare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas”. Per Confcommercio sono a rischio 120 mila imprese e 370 mila posti di lavoro, perché la spesa per l’energia nel comparto terziario dovrebbe raggiungere i 33 miliardi quest’anno, il triplo rispetto al 2021 ed il doppio rispetto al 2019. Filiera Italia, che esprime il punto di vista del settore agroalimentare, ammette che le imprese sono allo stremo e presto chiuderanno i battenti.
A rendere più drammatica la situazione, lato imprese, contribuisce il rifiuto di alcune aziende pubbliche a stipulare nuovi contratti commerciali con le imprese. Così le multiutility a partecipazione pubblica locale ed , che stanno garantendo la fornitura di gas ai clienti storici, ma hanno deciso di non stipulare nuovi contratti con le imprese perché sul futuro non c’è certezza e la volatilità del mercato è elevata.
Al governo si chiede un intervento veloce, con nuove misure da inserire come emendamento al decreto Aiuti Bis entro metà settembre. Si chiede l’azzeramento degli oneri di sistema, un abbattimento dell’IVA sulle forniture di gas ed elettricità, un raddoppio del credito d’imposta sulle fatture energetiche. Tutte misure per alleviare le imprese nel breve. Per correggere il mercato invece si chiede alla UE la fissazione di un tetto al prezzo del gas, al limite anche a livello nazionale, la decorrelazione fra prezzi dell’elettricità e del gas, con una sospensione temporanea dei certificati ETS e prevedere una quota della produzione dell’energia rinnovabile a cost amministrato per le aziende manifatturiere.