(Teleborsa) – L’apertura di un conto bancario presso Gazprombank non viola le sanzioni, a patto che il conto non sia in rubli. A chiarire sulle modalità di pagamento del gas russo è intervento un portavoce della Commissione UE che ha in una nota interpretativa ha precisato le linee guida per le aziende. “La procedura di pagamento prevista dal decreto russo del 31 marzo violerebbe le sanzioni Ue, ma ci sono opzioni disponibili per le aziende per continuare a pagare il gas in euro o dollari in linea con i contratti concordati”, si legge nella nota.
Secondo le linee guida di Bruxelles gli operatori dovrebbero dichiarare chiaramente che intendono adempiere ai propri obblighi derivanti dai contratti esistenti e considerarli adempiuti pagando in euro o dollari.
“In Italia non abbiamo problemi e non ci sono rischi sulle forniture. Ma il tetto massimo al prezzo del gas serve per evitare che il prezzo vada fuori controllo. Abbiamo bisogno di un’iniziativa europea e che l’Unione Europea approvi il tetto massimo al prezzo del gas il prima possibile, prima che i prezzi vadano totalmente fuori controllo”, evitando così che continuino a pesare “sulle famiglie e sulle aziende italiane”. Così il ministro degli Esteri italiano, Luigi Di Maio, a margine del Consiglio Affari esteri di Bruxelles. Quanto al sesto pacchetto di sanzioni Ue contro la Russia, per il ministro deve essere approvato “il prima possibile”. “Sulle sanzioni – ha affermato – l’Italia è stata chiara sin dall’inizio, noi non poniamo alcun tipo di veto e crediamo fortemente nel fatto che le sanzioni siano l’unico strumento pacifico che abbiamo per portare Putin al tavolo e negoziare un accordo di pace”.
Delusione sul mancato embargo al petrolio è stata espressa invece dal ministro degli Esteri ucraino, Dmytro Kuleba: “non posso credere che il sesto pacchetto di sanzioni sia approvato senza l’embargo al petrolio, la domanda ora è quando verrà approvato. Siamo delusi che non sia stato adottato ma è compito dell’Unione Europea trattare con le autorità ungheresi, perché si tratta di una questione di famiglia”.