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Gas, prezzi ancora in rialzo. Aumenta preoccupazione per inverno

(Teleborsa) – Non accenna a fermarsi la corsa del prezzo del gas sui mercati europei, a causa del perdurare della guerra in Ucraina, del taglio dei flussi da parte di Mosca, delle alte temperature che stimolano l’uso dei condizionatori e della debole produzione di energia da altre fonti (come nucleare e idroelettrico). Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un rialzo del 7,7% a 237 euro/MWh alle 12.55 ora italiana. A giugno i prezzi erano scesi a 84 euro/MWh, poco sopra i livelli pre-conflitto, per poi ripartire al rialzo sulla prospettive di un taglio totale delle forniture da parte della Russia.

Alle tensione geopolitiche si sono aggiunte le problematiche causate dal clima, con le poche precipitazioni che hanno fatto crollare il livello del Reno, fiume che viene usato per il trasporto di merci e carburanti come carbone e benzina. Il livello delle acque nella strozzatura di Kaub, a ovest di Francoforte, è attualmente a 31 centimetri e dovrebbe rimanere in un intervallo di 31-34 centimetri nei prossimi giorni, secondo id ati delle autorità tedesche. Quando il livello dell’acqua scende sotto 40 centimetri diventa difficile e antieconomico per molte chiatte navigare il fiume.

La crisi energetica continua anche a pesare sul sentiment degli investitori. L’indice ZEW tedesco ha continuato a diminuire ad agosto, segnalando un significativo peggioramento delle prospettive dell’economia nei prossimi mesi. “I tassi di inflazione ancora elevati e i costi aggiuntivi previsti per il riscaldamento e l’energia portano a una diminuzione delle aspettative di profitto per il settore dei consumi privati”, ha dichiarato l’anlista dello ZEW Michael Schroeder.

Tra le poche notizie positive arrivate egli ultimi giorni c’è il fatto che gli impianti di stoccaggio del gas della Germania hanno raggiunto un livello di riempimento del 75%, due settimane prima del previsto. Le normative tedesche stabiliscono che le strutture di stoccaggio devono essere piene almeno al 75% il 1° settembre, all’85% il 1° ottobre e al 95% il 1° novembre.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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