(Teleborsa) – Il prezzo dei contratti futures del gas TTF, utilizzati dagli operatori come benchmark per il mercato europeo, mostra un rialzo del 18% a 191 euro/MWh alle 14 ora italiana, di poco inferiore rispetto al massimo giornaliero di 192 euro/MWh (sul contratto futures di aprile). La corsa del gas quindi non accenna a fermarsi, al termine di una settimana caratterizzata da poderosi rialzi e da grande volatilità. A far crescere le preoccupazioni nella giornata odierna, con le borse europee in profondo rosso, è stato l’attacco alla centrale nucleare di Zaporizhzhia, la più grande in Europa e fra le dieci più grandi del mondo.
Sul prezzo del gas incide anche la prospettiva di potenziali ritorsioni da parte del governo russo, che potrebbe esercitare pressioni sulle società esportatrici di energia affinché riducano le loro esportazioni verso l’Europa e la loro produzione in generale. Gli occhi sono anche puntati sul gasdotto Yamal-Europe, che di solito fornisce gas russo all’Europa occidentale e che da dicembre sta anche sperimentando flussi nella direzione opposta. I flussi al punto di misurazione di Mallnow sul confine tedesco-polacco si sono interrotti più volti nelle ultime 24 ore, anche se hanno ripreso questa mattina, secondo i dati dell’operatore di rete tedesco Gascade. Il gasdotto collega i giacimenti di gas naturale russi nella penisola di Yamal e nella Siberia occidentale con la Polonia e la Germania, attraverso la Bielorussia e l’Ucraina.
Ieri il colosso energetico russo Gazprom ha prenotato capacità di transito del gas attraverso il gasdotto Yamal-Europe da venerdì mattina a sabato mattina. Tuttavia, le forniture di gas effettive non sono assicurate, poiché a volte Gazprom non ha esaurito la propria capacità. Questa mattina ha comunque comunicato che sta inviando gas naturale in Europa via Ucraina in linea con le richieste, con flussi che raggiungono 109,5 milioni di metri cubi, secondo quanto si legge in una nota.
“Le oscillazioni intraday dei prezzi del 25% negli ultimi tre giorni evidenziano la difficoltà del mercato nel valutare il rischio di una potenziale ulteriore perdita di approvvigionamento dalla Russia, fornitore di quasi il 40% del gas europeo”, ha commentato Ole Hansen, Head of Commodity Strategy per BG SAXO. “Gli impianti di stoccaggio in tutta Europa sono attualmente pieni di circa al 30%, un po’ più di quanto inizialmente temuto, dopo che i prelievi sono rallentati nel mese di febbraio a causa del clima più mite – ha aggiunto – La stagione della rifornimento inizia normalmente alla fine di marzo e, sebbene il peggior rischio di un calo dell’offerta questo inverno sia quasi terminato, un conflitto prolungato con la Russia aumenta tuttavia il rischio per il prossimo inverno“.