(Teleborsa) – In Italia i consumi di gas naturale “sono rimasti sostanzialmente stabili negli ultimi venti anni” mentre nello stesso periodo, “la produzione nazionale si è ridotta, per il calo naturale dei giacimenti a l’assenza di investimenti. Pertanto siamo diventati quasi completamente dipendenti dalle importazioni: Oggi oltre il 95% del gas naturale consumato in Italia viene importato dall’estero”.
Lo ha affermato il Ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, durante una informativa alla Camera sottolineando che “le importazioni dalla Russia sono incrementate sia in valore assoluto che in percentuale sui consumi, dai circa 20 miliardi di metri cubi (25% dei consumi) del 2011 ai 29 miliardi del 2021 (38% dei consumi)“.
“Nel breve termine, grazie all’atteso miglioramento delle condizioni climatiche, si stima una riduzione della domanda per uso civile pari a circa 40 milioni di metri cubi al giorno già a fine marzo, in condizioni di freddo standard. Pertanto, anche una completa interruzione dei flussi dalla Russia da oggi non dovrebbe comportare problemi di fornitura interna”, ha proseguito. “Eventuali picchi di domanda potrebbero essere assorbiti modulando opportunamente i volumi in stoccaggio o con altra capacità di import. Problemi per assicurare la fornitura a tutti i consumatori italiani potrebbero avvenire – ha aggiunto – solo in caso di un picco di freddo eccezionale entro fine marzo o di contestuali disruptions su altre rotte di importazione”.
Nelle ultime settimane “il governo si è mobilitato per cercare misure con impatto a breve-medio termine con cui ridurre la dipendenza dal gas importato dalla Russia, anche con missioni in altri Paesi produttori, tra cui Qatar, Algeria, Angola, Congo, “che si stima possano portare complessivamente a ridurre la dipendenza per circa 20 miliardi di metri cubi l’anno”, ha riferito Cingolani che ha anche elencato una serie di possibili interventi, a cominciare da un possibile incremento delle importazioni del gas algerino.
Si punta anche ad aumentare la capacità di rigassificazione del Paese facendo leva anche su ulteriori “unità galleggianti ancorate in prossimità di porti”, che sarebbe “realizzabile in 12-18 mesi dall’ottenimento delle autorizzazioni” per un quantitativo complessivo di circa 16-24 miliardi di metri cubi. “L’aspetto critico adesso è arrivare in tempo a contrattualizzare le poche navi esistenti in grado di svolgere questo servizio, verso cui si sono diretti operatori e Governi di vari Paesi”, ha riferito il ministro.
Quanto a una prospettiva di “lungo termine, a partire dal prossimo inverno, sarebbe necessario sostituire completamente 30 bcm di gas russo con altre fonti. Sebbene questo sia possibile in un orizzonte minimo di 3 anni, tramite le misure strutturali sotto descritte, per almeno i prossimi due inverni sarebbe complesso assicurare tutte le forniture al sistema italiano e occorre dotarsi di strumenti di accelerazione molto efficaci per gli investimenti che servono”.