(Teleborsa) – Finora quest’anno la banca centrale statunitense ha alzato quattro volte il tasso di interesse di riferimento, per un totale di 2,25 punti percentuali. In particolare, la Federal Reserve ha alzato il tasso di 0,75 punti percentuali a luglio, lo stesso ammontare di giugno, con l’inflazione su base annua che ha raggiunto il +9,1% (il livello più alto dal novembre 1981). Tutto ciò però probabilmente non basterà e diversi funzionari della FED vedono ulteriori mosse significative in arrivo.
“Se davvero si pensa che le cose non stiano migliorando, 50 punti base sono una valutazione ragionevole, ma anche 75 potrebbero andare bene”, ha detto il presidente della FED di Chicago, Charles Evans. “Dubito che si possa chiedere di più”, ha aggiunto, scartando quindi una mossa di un intero punto percentuale. L’economista ha affermato di sperare che l’inflazione comincerà a scendere e la banca centrale statunitense possa così procedere con un rialzo di 50 punti base tra due mesi, seguito da una serie di aumenti di 25 punti base fino alla prima parte del prossimo anno.
La presidente della FED di San Francisco, Mary Daly, ha detto invece che nessuno dovrebbe prendere i grandi aumenti degli scorsi due mesi come un’indicazione che la banca centrale sta chiudendo i suoi rialzi dei tassi. “Non siamo vicini al punto di arrivo – ha detto in un’intervista live su LinkedIn con Jon Fortt – Abbiamo iniziato bene e sono davvero contenta di dove siamo arrivati a questo punto”.