(Teleborsa) – “Non è pensabile discutere di nuovi ammortizzatori in Acciaierie d’Italia senza conoscere piani industriali, investimenti, aumento della produzione e destini dell’occupazione”. È quanto sottolineano Roberto Benaglia e Valerio D’Alò della Fim Cisl, circa la richiesta di cassa integrazione straordinaria per riorganizzazione avanzata dalla società a ministero e sindacati.
“Non contestiamo a prescindere lo strumento di una cassa per riorganizzazione, purché da un lato sia chiaro che non si devono dichiarare esuberi, che dobbiamo dare prospettive ai lavoratori in Ilva AS e dall’altro, che l’azienda finalmente sveli a sindacato e RSU come sarà il 2022 produttivo. La prospettiva della decarbonizzazione per i prossimi 10 anni è interessante ma dobbiamo arrivarci vivi. Poniamo pertanto pesantemente la condizione che l’azienda ci garantisca per il 2022 aumento delle tonnellate prodotte, il completamento degli investimenti e la diminuzione del numero effettivo di lavoratori costretti agli ammortizzatori. Il governo da parte sua deve assumere le questioni da noi poste e garantire risposte adeguate”, sottolineano.
Solo così “potrà esserci una trattativa vera che riguardi tutti i siti interessati che dia risposte adeguate agli obiettivi che ci si pone sia dal punto di vista industriale e ambientale, ma anche sociale e di rispetto della dignità e del salario dei lavoratori. In un mercato dell’acciaio che continua ad essere brillante e positivo non possiamo stare – concludono – con le mani in mano a vedere spento il lavoro a Taranto, Genova e negli altri siti”.