(Teleborsa) – “Il recente rialzo dei prezzi dell’energia, con cui verosimilmente saremo destinati a convivere nei prossimi anni, è un segnale di pericolo da non sottovalutare, perchè ha una natura strutturale e dovrà pertanto essere affrontato con strumenti comuni, in un’ottica di lungo periodo”. Lo ha detto alla commissione Esteri della Camera il ministro dello Sviluppo Economico Giancarlo Giorgetti.
Nell’ambito della transizione energetica e ambientale “la competitività dell’industria europea non può essere sacrificata sull’altare dell’ambientalismo acritico e integralista” ha detto. “Per minimizzare le ricadute sociali negative, la transizione energetica, che nei prossimi anni doterà l’UE di standard all’avanguardia a livello globale, richiederà l’adozione di strumenti di sostegno dei settori energivori e della manifattura – ha aggiunto il ministro -. In questa ottica, Italia e Francia cercheranno una “sintonia fine” sulle proposte legislative oggetto del pacchetto “Fit for 55″”.
Quanto alla creazione di un tetto Ue al prezzo del gas “è stata al centro del confronto nell’ultimo Consiglio europeo e resta un tema fondamentale da risolvere. Il Governo italiano auspica un allineamento tra le diverse posizioni degli Stati Membri dell’Unione Europea e sta lavorando in tale direzione”, ha detto Giorgetti sottolineando che “sulla crisi ucraina, l’Ue ha dato prova di straordinaria unità. Siamo uniti nel rispondere all’appello del presidente Zelensky che ci ha chiesto aiuti finanziari, umanitari e militari. Questa unità è la nostra principale forza ed è essenziale mantenerla. Serve però anche una gestione comune del mercato dell’energia, un approccio condiviso sugli stoccaggi per rafforzare il potere contrattuale verso i fornitori”.
“A brevissimo, a minuti, finalmente si firmerà il Dpcm sugli incentivi per l’automotive su cui stiamo lavorando da un po’ di tempo. Credo che la proposta definitiva sia alla firma di Palazzo Chigi”.
Su Stellantis “a casa nostra come in Francia stiamo lavorando non per fare favori a un gruppo privato, ma per creare le condizioni che nell’automotive del futuro ci sia comunque una produttore di riferimento, senza un costruttore importante la filiera non può sopravvivere”, ha proseguito. “Se noi cumuliamo il numero di auto prodotte in Italia e in Francia non arriviamo al numero di auto prodotte in Spagna” ha spiegato il ministro rispondendo alle domande dei deputati. “Vuol dire che a casa nostra come in Francia stiamo lavorando non per fare favori a un gruppo privato, ma per creare le condizioni che nell’automotive del futuro ci sia comunque una produttore di riferimento: senza un costruttore importante la filiera non può sopravvivere” ha aggiunto.