(Teleborsa) – Sul tema del price cap europeo sul tetto del gas “non si può cantar vittoria, ma la cosa che bisogna fare capire è che si è passati da una ostruzione a un mandato alla Commissione a elaborare la strategia”. È quanto ha dichiarato il ministro della Transizione ecologica, Roberto Cingolani, nel corso di un’intervista a 24 Mattino, su Radio 24. “Lascerei lavorare la Commissione”, ha aggiunto. Cingolani ha affermato di aspettarsi entro la fine del mese una proposta dalla Commissione. Il ministro ha anche ricordato che sul price cap non ci vorrà l’unanimità perché “si è deciso che si può procedere con una maggioranza qualificata”.
Per quel che riguarda gli stoccaggi di gas, il ministro ha assicurato che vanno “molto bene”: “siamo fra l’84-85%, come noto dobbiamo arrivare al 90% a ottobre: siamo perfettamente puntuali, anche leggermente in anticipo”. “Abbiamo fatto uno sforzo enorme”, ha dichiarato.
Infine, il ministro ha parlato del provvedimento allo studio del governo per combattere il caro energia. “Lo porteremo settimana prossima: è un provvedimento molto chiaro che chiede di mettere a disposizione delle aziende che stanno soffrendo una certa quantità di gas a prezzo controllato”. “Gli operatori che mettono questo gas a disposizione non sono delle onlus, ma aziende quotate in Borsa: non gli si può chiedere di regalare allo Stato del gas o darlo a prezzo scontato, allora stiamo contestualmente pensando di consentire l’estrazione di una quantità piccola, ma significativa, di gas: 4-5 miliardi di metri cubi, su giacimenti esistenti senza toccare l’Alto Adriatico”, ha spiegato Cingolani.
La decisione secondo il ministro avrebbe l’effetto di “aumentare l’autonomia italiana e di consentire a questi operatori di compensare questo sforzo che farebbero per dare all’Italia e alle nostre aziende del gas a prezzo scontato”. La misura andrà poi votata in Parlamento: spero che venga votata positivamente: è l’unica cosa che possiamo fare per alleviare la sofferenza delle aziende e se qualcuno vota contro poi lo deve spiegare alle aziende”, ha concluso.
“Dobbiamo uscire dal carbone e dal gas, perché producono Co2. L’unica alternativa è il nucleare di nuova generazione. Se non facciamo questa scelta tecnologica e ideologica non riusciremo mai a sbloccarci”. ha affermato il ministro della Transizione ecologica. “Oggi c’è un muro ideologico su queste cose che va a scapito dei nostri figli. Il futuro lo stiamo bloccando con l’ideologia di oggi e questo non va bene”, ha aggiunto. “L’indipendenza energetica di un Paese è una indipendenza sociale e finanziaria. Con le rinnovabili non riusciremo a mandare avanti la seconda manifattura d’Europa per sempre. In questo momento è fondamentale l’accelerazione con le rinnovabili e lo stiamo facendo: ma 2040-2050 dobbiamo avere anche sorgenti continue e programmabili”, ha sottolineato.