(Teleborsa) – Nel caso la Russia dovesse sospendere l’invio di gas “noi avremmo un buco di 4 miliardi di metri cubi” ed “è il motivo per cui dobbiamo pensare, nello scenario peggiore, ad una strategia di razionamento”, ma “chi deve colpire questa strategia è una scelta politica sulla quale chiediamo di avere una grande responsabilità perché spegnere il sistema industriale italiano vuol dire mettere a rischio migliaia di imprese, migliaia di posti di lavoro, reddito per migliaia di famiglie italiane“. È quanto ha affermato il presidente di Confindustria, Carlo Bonomi, in un’intervista a Rtl 102.5.
Bonomi ha poi sottolineato che “tutto quello che sta succedendo, nei primi sette mesi di quest’anno, ha fatto sì che la Cig straordinaria sia aumentata del 45% rispetto all’anno precedente. Quindi un dato che ci deve mettere in allarme, far riflettere e non fare trovare impreparati in caso d’emergenza”. Quindi “se dovessero venire a mancare, effettivamente, quattro miliardi di metri cubi di gas supposti, vuol dire spegnere quasi un quinto delle industrie italiane”, ha concluso.
“Oggi l’industria è un tema di sicurezza nazionale“, ha aggiunto Bonomi tornando a chiedere un tetto al prezzo del gas: “è un anno che Confindustria lo sta chiedendo. Il tetto al prezzo del gas, se non viene fatto a livello europeo, deve essere fatto a livello nazionale”. Sul tema energia, infine, il presidente degli industriali ha chiesto l’apertura di “una riflessione molto seria” sul nucleare perché “dopo 35 anni le tecnologie sono cambiate”. “Io non sono a dire è giusto il nucleare o è sbagliato il nucleare, ma chiedo di capire se si può percorrere quella strada”, ha dichiarato.
Durante l’intervista Bonomi ha parlato anche di fisco sostenendo che il taglio del “cuneo fiscale si può fare si deve fare e non accetto che ci sia la narrazione che non ci sono risorse”. “Dall’anno scorso chiediamo un taglio sulle tasse sul lavoro per mettere più soldi nelle tasche degli italiani”, ha aggiunto. In campagna elettorale “ho sentito tutti i partiti dire che sono d’accordo e i ministri di questo governo sono espressione di quei partiti. Se si vuole davvero fare il taglio del cuneo, mettere più soldi in tasca agli italiani, lo possono fare domani mattina. Il parlamento è ancora nel pieno delle sue funzioni”, ha concluso.