(Teleborsa) – Un segnale positivo ma ancora insufficiente. Le associazioni dei consumatori commentano così l’aggiornamento delle condizioni di maggior tutela elettrica per il I Trimestre 2023 comunicato oggi dall’Arera, e chiedono a gran voce l’intervento del governo.
“La bolletta dell’elettricità per gli utenti sul mercato tutelato subirà una diminuzione del -19,5%. Questo vuol dire che, per l’elettricità, la spesa per la famiglia-tipo nell’anno scorrevole (compreso tra il 1 aprile 2022 e il 31 marzo 2023), sarà di circa 1374 euro, +67% rispetto ai 12 mesi equivalenti dell’anno precedente. Una spesa che, seppure in diminuzione rispetto al trimestre precedente, risulterà comunque insostenibile per molte famiglie, che già stanno affrontando gli aumenti passati e che nel 2023, tolta la spesa per luce e gas, già dovranno affrontare per le altre spese aumenti di +1503,62 euro – afferma Federconsumatori –. La diminuzione del costo dell’energia elettrica sul mercato tutelato stride, tra l’altro, con il pronunciamento del Consiglio di Stato che rischia di aprire la strada ad aumenti esorbitanti delle tariffe sul mercato libero. Nonostante la recente diminuzione, non si può e non si deve ancora abbassare la guardia sul fronte energetico: è quanto mai necessario assumere decisioni e prendere provvedimenti adeguati, più incisivi di quelli finora previsti in manovra”. Da qui
le richieste che Federconsumatori rivolge all’esecutivo: ampliare la platea dei beneficiari dei bonus energia, gas e anche di quello idrico (che forse per una svista in manovra si son dimenticati di inserire), innalzando ulteriormente le soglie ISEE fino almeno a 20mila euro per tutti i nuclei familiari e ancora più alta per le famiglie numerose, aumentando in forma progressiva gli importi erogati; adottare tutte le misure necessarie per liberare il mercato dell’energia (elettricità, gas e carburanti) dalle speculazioni e dalla volatilità dei mercati;
disporre una garanzia per la rateizzazione lunga delle bollette, nonché un Fondo contro la povertà energetica. “Tali interventi – sottolinea Federconsumatori – possono essere finanziati attraverso la tassazione, anche fino al 100%, dei superprofitti delle aziende energetiche, introducendo una tassazione ulteriore sugli extraprofitti realizzati dalle società che operano nei settori creditizio, finanziario, farmaceutico e nell’e-commerce. È indispensabile, inoltre, reperire nuove risorse mettendo in atto una seria azione di contrasto all’evasione e avviando una riforma fiscale che tassi di più le rendite e i grossi patrimoni e di meno il lavoro e le pensioni, a iniziare dalla defiscalizzazione dei prossimi aumenti contrattuali per i lavoratori”.
Sulla stessa linea l’Unione Nazionale Consumatori. “Bene ma non basta! Il calo è certo positivo ma insufficiente per compensare i rincari record dei trimestri precedenti. Le bollette restano da ricovero – afferma Marco Vignola, responsabile del settore energia dell’Unione Nazionale Consumatori –. Il Governo deve intervenire immediatamente. La riduzione di oggi è dovuta esclusivamente al fortunato buon andamento dei prezzi all’ingrosso dell’energia elettrica e al clima mite, non certo alla manovra o al Dl Aiuti quater nei quali ci si è limitati a copiare quanto fatto da Draghi, con l’unica eccezione dell’innalzamento della soglia Isee da 12 a 15 mila euro per i bonus sociali. Urge rinviare la fine del mercato tutelato del gas prevista per i condomini e le associazioni tra appena 3 mesi, il 1 aprile 2023″.
Secondo lo studio dell’Unione Nazionale Consumatori, infatti, se per una famiglia tipo il -19,5% significa spendere su base annua 348 euro in meno, la spesa totale nel 2023 (non, quindi, secondo l’anno scorrevole, ma dal 1 gennaio 2023 al 31 dicembre 2023, nell’ipotesi di prezzi costanti) arriva in realtà alla cifra di 1434 euro (112 euro in più rispetto ai 1322 spesi nel 2022 secondo Arera), che sommati ai 1714 del gas dovuti all’aggiornamento di un mese fa, determinano una stangata complessiva pari a 3148 euro. Se il prezzo della luce scende del 19,5% rispetto a quello attuale del quarto trimestre 2022, sale del 15,4% rispetto a un anno fa, ossia rispetto al primo trimestre 2022 e del 164,8% nel confronto con il 2021. La bolletta del trimestre gennaio-marzo 2022 crescerà di 48 euro nel confronto con il corrispondente periodo dello scorso anno, passando, per la famiglia tipo, da 310 a 358 euro.
“La riduzione delle tariffe della luce è una buona notizia, ma il calo disposto da Arera non è sufficiente a recuperare gli effetti degli aumenti registrati nell’ultimo anno – afferma il Codacons –. Con le nuove tariffe che scatteranno a gennaio la bolletta media della luce scende a quota 1.434 euro annui a famiglia, con un risparmio di circa 348 euro a nucleo su base annua. Tuttavia le tariffe del primo trimestre 2023 risultano ancora più elevate del 15,4% rispetto ai prezzi della luce in vigore nel primo trimestre del 2022, con il bilancio che quindi rimane negativo per le famiglie italiane”.