(Teleborsa) – Il piano industriale al 2025 di Enel, che prevede introiti da cessione di attività non core per 21 miliardi di euro, “non rallenta la crescita nelle rinnovabili, ma lo mette a fuoco, nei paesi core in cui possiamo servire un grande bacino di clienti”. Lo ha affermato Francesco Starace, Amministratore Delegato e Direttore Generale di , nella conferenza stampa di presentazione del Piano Strategico 2023-2025. Il piano prevede un focus sulla propria presenza in sei Paesi chiave – Italia, Spagna, Stati Uniti, Brasile, Cile e Colombia – e l’uscita, in particolare, da Perù e Argentina.
Prendendo ad esempio la Romania, Starace ha evidenziato che “uno si deve interrogare quanta crescita si può ancora fare. Siamo sul mercato da 10 anni, abbiamo fatto investimenti, il livello qualitativo è alto. Si tratta del riconoscimento che lo spazio di generazione del valore è stato raggiunto e quindi meglio lasciare ad altri che hanno meno appetito di crescita”.
Secondo l’AD del colosso italiano dell’energia, “non c’è un reale legame tra le politiche a breve termine dei governi e il tema molto più grande della riduzione dei consumi, che si stanno già abbassando anche grazie al clima. Noi poi abbiamo anche politiche commerciali che incentivano la riduzione del consumo. Questo tema dell’aiuto alle aziende che non riescono a fronteggiare gli aumenti delle bollette è abbastanza logico. Non trovo una contraddizione, ma un aggiustamento per tenere in piedi un sistema economico che altrimenti rischia di schiantarsi, a causa dei prezzi del gas così inaffidabili e volatili”.
Rinnovabili vs carbone
Entro il 2025, il gruppo prevede di aggiungere circa 21 GW di capacità rinnovabile installata (di cui circa 19 GW nei paesi core). Enel installerà circa 4,2 GW di nuova capacità rinnovabile in Italia, circa il 22% del totale dei paesi core. “Oggi con la visibilità che abbiamo è quello che pensiamo di poter installare. La nostra potenzialità è di 30 GW, ma ci vuole uno sforzo per diminuire l’ingorgo normativo. Non abbiamo un limite all’appetito all’investimento in Italia, ma è la capacità del sistema di processare le richieste in corso”.
“Se le misure del Governo per sbloccare gli impianti rinnovabili saranno attuate, i nostri 4 GW di rinnovabili potrebbero raddoppiare“, ha aggiunto.
“Gli impianti a carbone ora hanno un periodo d’oro per il problema dei prezzi del gas, ma prima di questa situazione già non era il carbone di una volta”, ha detto Starace, spiegando che per Enel il carbone “non è una questione strategica” e che le centrali “non hanno futuro. È una questione di prepararci a farlo nella maniera più veloce e più sicura possibile”.
Il mercato domestico
Guardando al mercato domestico, Starace ha detto che “è il mercato a dirci quale tipo di cliente preferisce il prezzo fisso, che è mediamente preferito da famiglie e attività commerciali di taglia non enorme. Gli altri hanno preferito il prezzo variabile, anche se quest’anno non sono stati propriamente contenti. Non è comunque la nostra scelta di andare a selezionare la clientela”.
Il mercato di maggior tutela, “si sta esaurendo la solo. L’uscita è abbastanza accelerata e con il progressivo passare del tempo, a prescindere dell’intervento regolatorio, non è un grande problema, finirà un po’ prima o un po’ dopo rispetto a quanto ipotizzato. Ormai il tema è sempre meno importante“.
I problemi sulle bollette
Enel non ha accusato “sofferenze” finora “da un peggioramento del pagamento delle bollette da parte degli utenti perché il grosso dei nostri clienti non ha sperimentato una variazione dei prezzi, quindi i pagamenti sono stati regolari” e la società non vede “una minaccia per il periodo 2023-2024”.
Le bollette “andranno a scendere quando faremo scendere la componente fossile. Gli italiani la scelta la stanno faendo da solo: sono triplicate le domande di allacciamento al solare da parte di famiglie e imprese. Più presto lo facciamo avvenire, più siamo protetti da questa volatilità derivante dai prezzi dell’energia”.
Il nucleare
A una domanda sullo studio di soluzioni per l’energia nucleare, Starace ha risposto: “Gestiamo 7 centrali nucleari in Spagna e stiamo facendo il commissioning di una centrale in Slovacchia, con il paradosso che lo facciamo all’estero e non possiamo farlo in Italia, risultando una delle poche aziende italiane a fare nucleare. Sul fronte dello studio, ci sono delle tecnologie promettenti, ma parliamo di tecnologie che entrano nel mix nel 2040, cioè rendono degne di attenzioni su periodi lunghi”.
“Il tema del nucleare in Italia preferiscono non trattarlo perchè non è costruttivo”, ha aggiunto.