(Teleborsa) – “Tutela del pianeta, pensioni, affitti e salari saranno i punti centrali della campagna elettorale del Pd perché sono le spine che pungono di più le fasce più deboli”. Questo il quadro tracciato dal ministro del Lavoro Andrea Orlando nel suo intervento di ieri a Zapping su Rai Radio 1.
“Il Pd è il partito che con più coerenza farà la battaglia contro le diseguaglianze sociali, non possiamo delegare a nessuno questa bandiera – ha sottolineato Orlando –. Sulle pensioni l’obiettivo è un adeguamento all’andamento inflazionistico. Non sarà come la scala mobile, ma l’inflazione ci accompagnerà per un periodo e non possiamo permetterci che una fetta di pensionati scivoli nella povertà. C’è un numero preoccupante di poveri nel nostro paese e dobbiamo fare qualcosa”.
Orlando ha ribadito la volontà del Pd di mantenere il reddito di cittadinanza. “Il reddito di cittadinanza, lo dice l’Istat, ha salvato 1 milione di persone dalla povertà assoluta. Non credo che ci sarà qualcuno che vorrà tagliarlo con il rischio di far sprofondare quelle persone nella povertà” ha detto il ministro del Lavoro che ha attaccato la proposta di introdurre la flat tax. “I soldi per la flat tax – ha detto Orlando – andranno a cercarli tagliando dove si può farlo unilateralmente: scuola, sanità e pensioni. Ognuno si faccia un’idea di quali sarebbero le fasce di popolazione più penalizzate”.
“Puntiamo – ha sottolineato Orlando – su salario minimo, superamento della precarizzazione del lavoro, contrasto alla delocalizzazione delle imprese, un rapporto più forte con l’Europa, sanità e scuola pubblica. Siamo contrari alle proposte della destra di un ulteriore deregulation del lavoro, alla privatizzazione di infrastrutture e al nazionalismo anti europeo”.
Sul fronte del lavoro e della difficoltà da parte degli imprenditori di trovare manodopera stagionale Orlando ha sottolineato come il lavoro segua i contratti: “dove si trova meno manodopera – ha detto il ministro – è dove c’è più nero e i salari sono più bassi”. A pesare anche “la curva demografica del mercato del lavoro, un consistente flusso migratorio verso altri paesi e la formazione, per la quale il Pnrr – ha concluso – ha stanziato 5 miliardi di euro”.