(Teleborsa) – Gli incentivi governativi hanno segnato una svolta per i livelli occupazionali del comparto edilizio, garantendo dopo anni di incertezze un aumento delle assunzioni di manodopera fin quasi all’8 per cento in più. Ne è derivata una vera e propria esplosione della domanda, che ha determinato una mancanza massiccia di lavoratori specializzati, anche a seguito del ridimensionamento delle maestranze che aveva caratterizzato lo scorso decennio. A spiegarlo è l’ingegnere Angelo Marinelli, amministratore della CAM Spa, che in relazione ai recenti dati Eurispes che segnalano la scomparsa di 600mila unità di manodopera specializzata, sottolinea come “sarà difficile arrivare presto ad un livellamento tra la domanda e l’offerta di lavoro nel comparto edile, ancora a scapito della produttività d’impresa. Contrazioni nazionali così ampie di manodopera specializzata portano inevitabilmente a problemi per le aziende”.
Si tratta di un andamento che viene confermato ed accompagnato da altri dati negativi. Stando al Centro Studi di Argenta SOA, l’assenza di manodopera qualificata è uno dei tre fattori che sta mettendo in difficoltà le attività del settore edilizio italiano. All’interno del mercato del lavoro, nel 2022, l’assenza di manodopera ha raggiunto i massimi storici e, per gli anni a venire, è stato stimato un fabbisogno occupazionale aggiuntivo diretto di circa 170mila unità, cui si sommano 95mila unità nei settori collegati, per un totale di 265mila posti di lavoro.
“Il rallentamento dei lavori dato dalla difficoltà di reperimento dei lavoratori – sottolinea Marinelli – è una realtà grave, come lo è lo slittamento delle consegne per via dell’assenza di materiali. Attualmente stiamo letteralmente ‘tamponando’ un’altra situazione di emergenza per il settore delle costruzioni”.
Oggi non si trovano il 52% degli addetti alle finiture e il 60% di giovani operai specializzati. Mancano tecnici, carpentieri e geometri. Le grandi aziende sono costrette ad avviare procedure di subappalto per far fronte a quella che dovrebbe essere la routine di cantiere.
“E’ un grande paradosso annoverare tra le cause che stanno compromettendo la crescita del settore proprio l’assenza di manodopera – conclude Marinelli – in un periodo in cui l’occupazione nel settore era data in crescita e, come dimostrano le indicazioni fornite dalle associazioni di categoria, c’era ancora spazio per altre assunzioni. Servono corsi di formazione nell’immediato per immettere sul mercato lavoratori specializzati, che sappiano percorrere sia le vecchie che le nuove vie del mondo delle costruzioni, sempre più orientate al progresso tecnologico e alla sostenibilità”.
Reperire manodopera specializzata è un obiettivo prioritario che non avvantaggerebbe solo le grandi imprese costruttrici, ma il mercato del lavoro nazionale, in un contesto in cui le assunzioni rappresentano la strada per regolarizzare migliaia di occupati non dichiarati, oltre che la via per abbattere un tasso di disoccupazione giovanile pari al 21,2 per cento.