(Teleborsa) – “Il decreto legge approvato dal Governo per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina contiene misure che si muovono nella giusta direzione. Esse però non sono ancora sufficienti a contenere l’impatto derivante dal rialzo incontrollato dei valori delle materie prime energetiche”. È quanto ha osservato oggi Giovanni Acampora, membro di Giunta Confcommercio incaricato per la Transizione ecologica e la Sostenibilità, in sede di audizione, presso le Commissioni riunite Finanze e tesoro e Industria, commercio, turismo del Senato, sul disegno di legge AS2564 (conversione in legge del decreto-legge 21/2022 recante “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi Ucraina”).
“Crediamo si possa fare meglio e di più – ha proseguito Acampora –. A cominciare dalla necessità di rendere più inclusivo il nuovo credito d’imposta per l’acquisto di energia elettrica, eliminando il presupposto di accesso attualmente rappresentato dalla potenza disponibile pari o superiore a 16,5 kW. Occorre inoltre rafforzare l’ammontare del contributo, fissato nella misura del 12 per cento della spesa sostenuta per l’acquisto della componente energetica effettivamente utilizzata nel secondo trimestre dell’anno 2022. Confcommercio auspica pertanto un innalzamento, adeguato e sostenibile, dell’aliquota. A giudizio della Confederazione sarebbe poi necessario introdurre un meccanismo automatizzato di proroga del beneficio in caso di permanenza di una situazione di criticità dei prezzi energetici”.
“Positiva poi – a giudizio di Acampora – è la prevista rateizzazione degli importi dovuti per i consumi di energia e gas, anche se inadeguato, vista la gravità degli effetti economici causati dall’aumento dei prezzi delle forniture energetiche, è il periodo di fruizione del beneficio, limitato ai soli mesi di maggio e giugno 2022. Andrebbe quindi estesa – ha sottolineato – la portata della misura sino a tutto il 2022 e specificato che la rateizzazione concessa alle imprese non può prevedere costi aggiuntivi a loro carico. Per agevolare poi il meccanismo, andrebbe resa gratuita la garanzia concessa da SACE S.p.A. ai fornitori”.
“Sul fronte delle misure di sostegno alla liquidità delle imprese – prosegue Acampora – è necessario riattivare la c.d. moratoria ex-lege dei debiti bancari, terminata lo scorso 31 dicembre 2021, ed andrebbero potenziati – attraverso ulteriori interventi di garanzia pubblica – gli strumenti già esistenti in favore della ristrutturazione dei prestiti in essere, anche allungando il piano di ammortamento per poter diluire l’orizzonte temporale degli oneri per le imprese”.
Secondo Acampora “bene il taglio straordinario delle accise sui carburanti, anche se occorre poi procedere nella riduzione strutturale del prelievo fiscale sul comparto della mobilità, a cominciare da un riallineamento delle aliquote d’accisa su valori prossimi a quelli dei più virtuosi Paesi europei, così come serve sfruttare le opportunità del nuovo Quadro temporaneo sugli aiuti di Stato, per tramutare tempestivamente lo stanziamento del fondo istituito a sostegno dell’autotrasporto, in ristori operativi per le imprese. Resta ferma, in ogni caso, – ha evidenziato – l’esigenza di prevedere adeguati ristori per le imprese della filiera energetica che, per effetto delle giacenze di prodotto in concomitanza con le modifiche delle aliquote delle accise, abbiano registrato indebiti pregiudizi, nelle operazioni di compravendita”.
“Sul fronte del turismo – prosegue Acampora – il credito d’imposta del 50% dell’importo versato per assolvere la seconda rata IMU del 2021 va nella giusta direzione ma è necessario estenderne il perimetro di applicazione del beneficio almeno a tutte le principali categorie di imprese e tenere conto del fatto che ci sono aree del Paese dove l’imposta assume denominazioni e regole diverse dall’IMU, in particolare le Provincie autonome di Trento e di Bolzano. Va infine ridotta la soglia di perdita minima di fatturato per accedere al contributo, oggi fissata al 50%, ed esteso il periodo di riferimento su cui calcolarla. Occorre, più in generale, un’operazione fiducia per le imprese attraverso l’aumento dei fondi emergenziali e la proroga delle moratorie bancarie e fiscali. Infine – conclude Acampora – la neutralizzazione dei periodi di integrazione salariale fruiti per le aziende del settore turistico fino a 15 dipendenti è una disposizione che andrebbe rafforzata ampliandone l’ambito delle imprese interessate ed anche rimuovendo, ai fini della sua agibilità, lo stesso tetto massimo dei 15 dipendenti. Bene l’intenzione di dare una spinta all’incremento occupazionale attraverso le agevolazioni per le assunzioni del personale delle aziende in crisi. Si tratta di misure positive in un’ottica di abbattimento del costo del lavoro anche se in futuro occorrerà fare molto di più per attenuare gli impatti della riforma degli ammortizzatori sociali”.