(Teleborsa) – Anche se è “troppo presto” per quantificare “con precisione” l’impatto della guerra in Ucraina sull’economia europea, è “sempre più chiaro” che la previsione di una crescita del 4% prevista un paio di mesi fa “dovrà essere rivista al ribasso”. Come andrà “dipenderà dalla nostra risposta. Così il Commissario europeo all’Economia Paolo Gentiloni, intervenendo on line ad un dibattito organizzato dall’Università di Oxford sottolineando che “nostro compito ora è assicurare che la ripresa non deragli e che l’economia europea accusi solo un rallentamento”.
“Fino ad ora abbiamo visto un livello senza precedenti di unità nelle risposte dell’Ue”. “Nel complesso dovremo ridurre le nostre previsioni di crescita, ma se guardiamo ai fondamentali della nostra economia, penso che ci sia una base perchè la crescita prosegua”, aggiunge rispondendo a una domanda su quanto sia fiducioso che la ripresa europea davvero proseguirà. “Le speculazioni sulla recessione non sono un destino” sottolinea. “Se le nostre risposte politiche nazionali e dell’Ue rimarranno efficacemente coordinate, se le politiche monetarie e fiscali rimarranno complementari e se rimarremo agili e pronti ad adeguarci in base alle necessità, credo che potremo garantire che la ripresa prosegua”.
Gentiloni ritiene anche “improbabile che ci sia già ora una discussione sul debito comune a livello europeo. “Penso che la vera discussione avrà luogo in poche settimane da ora, quando avremo una visione chiara dell’impatto della crisi”, non ora.
Quindi un monito. La crisi provocata dalla guerra in Ucraina “suona la sveglia per l’Europa”, che deve “ridurre le sue dipendenze in settori chiave” e “rafforzare la sua autonomia”. E serve “una risposta comune, per affrontare il rischio di divergenza
all’interno dell’Ue”.
Quando in una relazione commerciale una parte “inizia improvvisamente ad usare l’energia come un’arma”, allora la relazione “diventa insostenibile e deve cambiare completamente. L’Ue non si farà ricattare” dalla Russia, assicura l’Eurocommissario.
L’Europa, spiega, importa “il 90% del gas” che consuma e “quasi la metà” viene dalla Russia, a “livelli diversi” a seconda degli Stati. La Russia pesa anche per il “27%” delle importazioni di petrolio e per il “46%” di quelle di carbone. Gentiloni poi ricorda
che la Commissione ha approvato una strategia, RePower Eu, che mira a ridurre di due terzi entro fine anno la dipendenza dell’Ue dal gas russo.
Infine, secondo Gentiloni, il “modo migliore” per affrontare le “nostre necessità energetiche” è “diversificare” le fonti di energia e
“ridurre la nostra dipendenza” dai combustibili fossili. Pertanto, l’obiettivo “chiave” è “accelerare la transizione verde” dell’economia
europea.