(Teleborsa) – Entra nel vivo la crisi di Governo dopo le dimissioni di ieri del Premier Draghi, “congelate” dal presidente della Repubblica, Sergio Mattarella in attesa della verifica in Parlamento, in programma mercoledì.
Intanto, in ambienti del M5s circola l’ipotesi del ritiro dei ministri del Movimento prima di mercoledì, uno scenario che secondo fonti parlamentari sarebbe fra quelli sul tavolo dei confronti interni in corso. Soluzione che, a quanto si apprende, è stata discussa anche nel consiglio nazionale di ieri. “Il consiglio nazionale si riunirà di nuovo oggi e faremo le nostre valutazioni”, ha risposto la capogruppo al Senato, Mariolina Castellone, arrivando nella sede del Movimento.
“Dobbiamo lavorare per un bis di Draghi. Lo richiede la sicurezza dell’Italia. Ma senza un chiaro impegno della Lega ad abbandonare la linea ‘diversamente 5S’ e la consapevolezza dalle parti del PD che Conte non potrà farne parte, è meglio astenersi ed evitare ulteriori figuracce”. Lo scrive su Twitter il leader di Azione Carlo Calenda.
Nel frattempo, il Ministro degli Esteri Di Maio affonda: “Il M5s non c’è più, ora si chiama il partito di Conte. È un partito padronale che ha deciso di anteporre le proprie bandierine alla sicurezza e all’unità nazionale. Se da mercoledì andiamo in ordinaria amministrazione non potremo fare quasi più nulla di ciò che serve per superare la crisi economica. Parlo del decreto di 15 miliardi contro il caro bollette. Non abbiamo i poteri per fare la legge di bilancio e andremo in esercizio provvisorio. Non abbiamo più il potere negoziale ai tavoli internazionali per ottenere il tetto ai prezzi del gas. È da irresponsabili non capirlo”.