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Covid, Ue ai 27: “Restare vigili sui voli dalla Cina”. Pechino: “Dati sempre trasparenti”

(Teleborsa) – “Alla luce dell’abolizione delle restrizioni ai viaggi annunciata dal governo cinese e che entrerà in vigore l’8 gennaio prossimo, invito a rimanere molto vigili poiché i dati epidemiologici o i test affidabili per la Cina sono piuttosto scarsi, la copertura vaccinale generale in Cina è bassa e non esiste una decisione di equivalenza tra i certificati di vaccinazione o di guarigione cinesi e il certificato digitale Covid-19 dell’Ue”. È quanto scrive la commissaria Ue alla Salute Stella Kyriakides in una lettera inviata ai 27 Paesi membri dopo la riunione di ieri dell’Health Security Committee.

“Vorrei invitarvi a valutare le vostre attuali pratiche di sorveglianza genomica del virus CoV2 della SARS: se è stata ridimensionata a causa della nuova fase domestica, potreste prendere in considerazione l’idea di aumentarla nuovamente. Sarebbe poi importante continuare o avviare una sorveglianza delle acque reflue, che includa le acque di scarico degli aeroporti principali – prosegue la commissaria –. Se compare una nuova variante del virus SARS-CoV2, in Cina o nell’Ue, dobbiamo individuarla tempestivamente per essere pronti a reagire rapidamente. A livello Ue stiamo sviluppando alcuni messaggi chiave per i viaggiatori europei che intendono recarsi in Cina. Inoltre, metteremo a disposizione messaggi per i viaggiatori provenienti dalla Cina e diretti nell’Ue. Sono in fase di elaborazione anche messaggi per il personale delle compagnie aeree e degli aeroporti. Questi messaggi saranno disponibili nei prossimi giorni e saranno tradotti nelle lingue ufficiali dell’Ue e in cinese, per facilitarne l’adattamento alla situazione nazionale. Il Comitato per la sicurezza sanitaria dell’Ue – EU Health Security Committee – ha dimostrato che esiste un ampio consenso sul fatto che i Paesi membri debbano agire in modo coordinato se vogliamo che le misure siano efficaci. L’informazione e la trasparenza sulle misure e un approccio basato sulla scienza sono stati i nostri principi guida per tutta la durata della pandemia e continuano ad essere fondamentali in questa fase se vogliamo proteggere efficacemente l’Ue da minacce sanitarie internazionali di questa natura. Nel corso dell’incontro alcuni Stati membri hanno proposto misure come i test a campione sui viaggiatori. Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane chiederò la prosecuzione dei lavori del Comitato per la sicurezza sanitaria e vi sarei molto grata se poteste garantire che il vostro Paese sia adeguatamente rappresentato in queste riunioni e che la nostra ambizione sia quella di coordinare le nostre risposte e le nostre misure nel modo più efficace e scientifico possibile”.

Ma se, da un lato, il Comitato per la Sicurezza Sanitaria – Health Security Committee Ue, dice sì ad una azione concertata, dall’altra arriva una doccia fredda dal Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie, Ecdc: lo screening dei viaggiatori dalla Cina è “ingiustificato”. L’agenzia Ue ha ricordato che i Paesi dell’Unione hanno “livelli relativamente alti di immunizzazione e vaccinazione” e “le varianti che circolano in Cina stanno già circolando nell’Ue”. Ed è proprio per via della maggiore immunità della popolazione europea, e della “precedente comparsa e successiva sostituzione delle varianti attualmente in circolazione in Cina”, che l’agenzia ha definito “ingiustificati i controlli e le misure di viaggio sui viaggiatori provenienti dalla Cina”. Le potenziali infezioni importate sono state “piuttosto basse” rispetto ai numeri che si hanno già quotidianamente, e che i sistemi sanitari “sono attualmente in grado di gestire”, ha aggiunto l’Ecdc. Un richiamo all’ordinanza con la quale mercoledì scorso il ministro della Salute, Orazio Schillaci ha disposto tamponi antigenici Covid-19 obbligatori, e relativo sequenziamento del virus, per tutti i passeggeri provenienti dalla Cina e in transito in Italia. “La misura – aveva spiegato il ministro – si rende indispensabile per garantire la sorveglianza e l’individuazione di eventuali varianti del virus al fine di tutelare la popolazione italiana”.

La Spagna ha, tuttavia, deciso di adottare la stessa linea dell’Italia rispetto ai viaggiatori provenienti dalla Cina, chiedendo loro un test negativo al coronavirus per poter entrare nel Paese, diventando così il secondo Paese europeo ad aver applicato restrizioni nei confronti degli arrivi dalla Cina dopo che il presidente Xi Jinping ha deciso di rimuovere la politica del Covid-zero, con un conseguente aumento dei contagi e dei morti legati all’infezione. Al di fuori dell’Unione europea, restrizioni ai viaggiatori provenienti dalla Cina sono state imposte da Stati Uniti, Giappone, India, Taiwan e Corea del Sud. Misure definite dai media cinesi ”infondate e discriminatorie”.

La Cina, dal canto suo, ha affermato di essere ”sempre stata trasparente” per quanto riguarda ”le informazioni sul Covid-19”, comprese quelle sul ”numero dei morti” causati dal coronavirus nel Paese. Un alto dirigente della Sanità di Pechino, la direttrice dell’ufficio dell’Amministrazione medica della Commissione sanitaria nazionale Jiao Yahui, in conferenza stampa ha precisato che i criteri relativi ai decessi per coronavirus si dividono in due categorie a livello globale. Alcuni Paesi contano solo i casi di persone che sono risultati positivi al test dell’acido nucleico dopo essersi infettati dal nuovo coronavirus e sono morte per insufficienza respiratoria indotta dal virus, ha spiegato citata dai media cinesi. Altri Paesi, ha proseguito Jiao, includono tutti i decessi entro 28 giorni dai test positivi al Covid-19. ”Ciò significa che il loro conteggio potrebbe includere anche coloro che si sono suicidati o sono morti in incidenti stradali dopo aver contratto il virus – afferma Jiao Yahui –. Dal 2020 il criterio di morte per Covid-19 che stiamo adottando in Cina è stato del primo tipo”.

L’Italia intanto prende precauzioni e alza la guardia. “Per rafforzare il monitoraggio sull’evoluzione epidemiologica derivante dai potenziali rischi legati alla situazione creatasi nella Repubblica Popolare Cinese” Schillaci ha convocato per la giornata di oggi l’Unità di crisi quale Osservatorio del ministero sulla materia”.

“Le informazioni provenienti dalla Cina sono scarse e da ritenersi poco affidabili”, ma “indicano che le varianti che stanno alimentando questa nuova imponente ondata di contagi sono le stesse già circolano da tempo a livello globale, ancora all’interno delle sottovarianti di Omicron. La stessa sottovariante BF.7, su cui si stanno concentrando timori, probabilmente infondati, è una evoluzione della BA.5 che già circola da tempo anche nelle nostre latitudini ed è meno immunoevasiva delle varianti BQ al momento dominanti in Nord America e Europa”, ha detto ieri il ministro della salute nell’informativa resa al Senato sulla situazione Covid.

Ieri Schillaci ha firmato l’ulteriore proroga fino al 30 aprile 2023 dell’obbligo dell’uso delle mascherine nelle strutture sanitarie, socio-sanitarie, ivi compresi gli ambulatori e gli studi dei medici di medicina generale”. Il ministro ha anche reso noto che “per quanto riguarda le ulteriori misure nel nostro Paese, abbiamo rafforzato lo stretto monitoraggio delle varianti attraverso le cosiddette ‘Flash Surveys’ condotte mensilmente in collaborazione con le Regioni, la Piattaforma ‘I-Co-Gen’ dell’Istituto Superiore di Sanità che raccoglie informazioni continue sull’andamento delle varianti identificate nei principali laboratori italiani e lo studio delle varianti presenti nelle acque reflue; definito il Piano di Preparedness per la gestione della circolazione del COVID nella stagione invernale 2022-20232”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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