(Teleborsa) – Sul cuneo fiscale speravamo di più: il problema del costo del lavoro rimane, i mini provvedimenti fatti finora possono aiutare ma serve una revisione organica”. Mentre “sul Pos chiediamo di azzerare le commissioni per gli importi fino a 50 euro e favorire l’adozione di pos contactless”. Così il segretario generale di Confesercenti, Mauro Bussoni, in audizione presso le Commissioni bilancio riunite della Camera dei deputati e del Senato della Repubblica, nell’ambito dell’attività conoscitiva preliminare all’esame del disegno di legge recante bilancio di previsione dello Stato per l’anno finanziario 2023 e bilancio pluriennale per il triennio 2023-2025.
“Quest’anno l’economia – è la premessa di Bussoni – avrà ancora una dinamica positiva che dovrebbe portare il Pil a crescere del 3% circa. Le prospettive per il 2023, però, non sono così rosee: nel 2023 l’inflazione si manterrà oltre il 5%, e la quota dei consumi delle famiglie sul Pil scenderà ulteriormente: alla fine del prossimo anno i redditi e i consumi delle famiglie potrebbero arretrare sui livelli del 2016”. Secondo il rappresentante di Confesercenti, “le risorse disponibili ed il poco tempo a disposizione hanno certamente condizionato lo spazio di manovra disponibile per il Governo, che ha evitato da un lato l’accumularsi di ulteriore debito ma al tempo stesso ridotto notevolmente l’efficacia temporale della manovra. La manovra di bilancio 2023 dispone di 35 miliardi di cui: 5 per il taglio del cuneo fiscale, ma solo per i lavoratori e in misura diversa a seconda del reddito, 10 miliardi flat tax, quota 103, opzione donna, aumento minimi pensionistici, e ben 20 per interventi mirati a difendere famiglie e imprese dal caro energia”. Le risposte date per il contenimento del boom dei costi energetici, però, “pur essendo indispensabili, non sono purtroppo risolutive. Occorrerebbe almeno estendere la fruizione del credito di imposta al 31/12/2023, cancellando la limitazione dell’azzeramento degli oneri di sistema per utenze con potenza disponibile fino a 16.5 kw, che coinvolgerà molte attività del comparto turistico (alberghi, bar e ristoranti). Dal primo gennaio, se la norma non cambia, si ritornerebbe a bollette insostenibili”.
Secondo Bussoni “adesso, quello che occorrerà garantire è una solida ripresa dell’economia e dei consumi in particolare, risolvendo alla radice i fattori che hanno determinato la crisi degli anni dal 2020 al 2022, ridando fiducia a famiglie e imprese. Al grande crollo dei consumi causato dalla pandemia (-107 miliardi di spesa nell’annus horribilis 2020) fa infatti oggi seguito l’inflazione, che nel 2022 ha ridotto di 7,2 miliardi il reddito disponibile delle famiglie, con un impatto negativo sulle imprese del terziario, dal commercio ai servizi, che fanno riferimento al mercato interno. Per questo la ripresa dei consumi e una maggiore disponibilità di spesa da parte delle famiglie dovranno essere poste al centro dell’azione di Governo non appena licenziata la Legge di Bilancio”.