(Teleborsa) – “I professionisti devono essere pronti ad accompagnare le imprese che operano nel settore della moda che è sempre più strategico per il nostro Paese, alla luce dei profondi cambiamenti richiesti dai mercati e dalle normative sulla sostenibilità. Il segreto è quello di guardare al cambiamento in un’ottica di opportunità e non di limite o vincolo alla propria attività, avendo la capacità di sfruttare pienamente e in modo consapevole le risorse messe in campo dal Pnrr e dai fondi europei”. Queste le parole di Eraldo Turi, presidente dell’Ordine dei dottori commercialisti e degli esperti contabili di Napoli, nel presentare il forum “Sostenibilità nella moda: da vincolo a opportunità” organizzato dall‘Ordine dei Dottori Commercialisti ed Esperti contabili di Napoli che si terrà martedì 18 ottobre 2022 alle ore 15 presso la sala conferenze dell’Odcec (piazza dei Martiri, 30).
“Oltre alla formazione continua dei commercialisti – prosegue Turi – l’impegno dell’Ordine prosegue nel tessere rapporti sempre più stretti di interscambio con tutti i livelli decisionali per facilitare la gestione e ottimizzare l’impiego delle risorse in modo da dare sostanza alla programmazione nazionale e a quella europea. Un ruolo delicato di fronte al quale noi, come sempre, non ci tiriamo indietro”.
“La moda sostenibile non è più una politica di marketing, ma – ha sottolineato Maria Cristina Gagliardi, consigliera delegata Odcec Napoli della Commissione Moda e Spettacoli – un processo in atto al quale tutte le imprese del settore moda devono necessariamente adeguarsi se vogliono continuare a vendere in Europa. Tra le linee guida che anticipano le nuove norme che imporranno dei vincoli all’industria del fashion la progettazione che deve prevedere capi durevoli, riparabili riciclabili; la scelta di materiali sostenibili e la tracciabilità di tutto il processo produttivo fino allo smaltimento dei rifiuti. I professionisti devono svolgere un ruolo attivo per sostenere ed a guidare le aziende in questa direzione”.
“Con le nuove sfide e le emergenze che si prospettano all’orizzonte, la questione ambientale – ha detto Antonio Marchiello, assessore alle attività produttive della Regione Campania – deve essere al centro delle politiche del Paese. Per questo motivo, nel nuovo Piano socioeconomico, la Regione ha stanziato 58 milioni di euro, che saranno integrati da ulteriori 42 milioni, per la riqualificazione ecologica e la sostenibilità energetica delle imprese del settore manifatturiero. Anche con la nuova programmazione dei Fondi europei 2021-2027 si avrà certamente un nuovo impatto sui processi di efficientamento energetico e sviluppo sostenibile. Già con uno stanziamento di 200 milioni di euro del Fondo regionale per la Crescita, la Regione sta supportando oltre 2.000 piccole imprese campane, per realizzare programmi finalizzati anche alla sostenibilità ambientale”.
“Bisogna imparare, anche nel campo della moda, un settore che vede l’Italia tra i protagonisti mondiali, a consumare e a vestirsi in modo consapevole. Le imprese – ha affermato Armida Filippelli, assessore alla Formazione della Regione Campania – devono azzerare le emissioni CO2, riducendo il consumo di acqua e di materie prime. Sarà una rivoluzione culturale che deve essere vista come una grande opportunità di sviluppo. Molte aziende di moda si stanno attrezzando per arrivare al massimo di materiali sostenibili. Bisogna essere in armonia coll’ambiente, quindi via libera al cotone o alla lana rigenerati, ai materiali in micelio o in scarti di uva. Le nuove parole d’ordine nel campo della moda saranno l’ecosostenibità e la gentilezza con la natura”.
“Lo scopo di questo convegno – ha spiegato Ornella Fratta, presidente della commissione Moda e Spettacolo dell’Odcec Napoli – è quello di impegnare il nostro ordine nella realizzazione di un percorso formativo nel campo della sostenibilità della moda. Una sfida che rientra appieno nella constituency della nostra categoria di professionisti. Accompagnare le aziende nei processi decisionali e rendere in particolare quelle che operano nel campo della moda più” sostenibili”. Un lavoro che consentirà di coniugare redditività, creazione di valore, sostenibilità, visione imprenditoriale, seguendo quanto si sta programmando per industry 5.0″.
“La sostenibilità è sfida in ogni settore – ha dichiarato Edoardo Imperiale, direttore generale Stazione sperimentale per le industrie delle pelli – e il comparto moda da anni è su questa strada. Bisogna convincersi, sempre di più, che è una scelta strategica che garantisce qualità e crescita. Gli strumenti a disposizione aumentano, serve un gioco di squadra per coglierle tutte”.
“Un progetto – ha detto Kilesa Bianca Imbembo, coordinatrice del Comitato scientifico Commissione Moda e Ceo Kilesa – che nasce dall’intento di creare prodotti Moda esclusivi di elevata qualità, 100% ‘made in italy’, distinguibili per creatività e design, seguendo una logica di responsabilità sociale di impresa e ottenendo per questo motivo certificati di qualità ISO 9001 Ll-CC e 14001. Assieme, quindi, alle iconiche linee continuative fatte con pellami privi di tannini, colorati con tinte naturali sto realizzando per la prossima stagione una linea di borse e scarpe con materiali ottenuti dagli scarti della frutta. La moda guarda avanti: ecosostenibilità sarà la nuova parola chiave”.
“Siamo molto attenti al tema della sostenibilità e puntiamo – ha detto Giuseppina Ludovico, avvocato amministratore della Givova – molto allo studio e alla ricerca di settore, in tema di riciclo quale nuova frontiera nell’abbigliamento sportivo. In quest’ottica di sostenibilità, focalizziamo l’attenzione sui valori e le strategie che delineano l’identità del brand Givova”.
“La sostenibilità e il riciclo degli scarti tessili nel settore moda – ha sottolineato Carlo Casillo, ceo di Push, produttore e distributore dei marchi Hanita e Annarita – è un punto cardine dei programmi e dei processi delle imprese al passo con il mercato. Come azienda pensiamo di riutilizzare le scorte di tessuti delle passate stagioni, in maniera da poter esaltare la materia prima con modelli di ultima tendenza, impreziositi da accessori glamour. Abbiamo collaborato con il Cnr sul tema del riciclo degli scarti. Grazie ad un processo termico, abbiamo ottenuto dei risultati notevoli nella trasformazione di qualunque fibra in un materiale versatile nelle forme e nelle misure. Stiamo studiando il modo di replicare su scala industriale quanto abbiamo realizzato con un processo artigianale, realizzando un impianto a costi sostenibili”.
“La filiera moda è chiamata a ripensare non solo le proprie strategie produttive, dunque riducendo i consumi e la cosiddetta “impronta ecologica – ha sottolineato Luigi Nardullo, comitato scientifico della Commissione Moda e Spettacolo – ma anche quelle di natura commerciale e di tipo comunicativo, quasi a dire: la nostra produzione non solo è “fashion”, ma anche “responsabile”, e dunque di maggiore valore sia reale che percepito. Ed il nostro Ordine intende affiancare con determinatezza le aziende e l’intera comunità economica nel raggiungimento di questi obiettivi nel campo della sostenibilità ambientale e sociale”.
Rita Summa, componente del Comitato scientifico e consulente Sostenibilità ha evidenziato che “nello scenario attuale, si rende urgente e imprescindibile orientare sempre più concretamente le competenze professionali verso i percorsi della Sostenibilità. I commercialisti, da sempre impegnati nella predisposizione di bilanci, – ha aggiunto – hanno dovuto, negli ultimi anni, fare i conti con diverse forme di rendicontazione sempre più specifiche per comprendere nuovi aspetti contemplati nell’intera governance aziendale: bilanci ambientali, bilanci sociali, bilanci degli intangibili, report di sostenibilità, bilanci integrati. Ciò significa che le competenze richieste alla professione sono sempre più trasversali e che si rende necessario un approccio specialistico”.
Al convegno parteciperanno anche Carlo Palmieri, vicepresidente per il Centro Sud del Sistema Moda Italia, e Pasquale Della Pia, vicepresidente nazionale Assocalzaturifici.