(Teleborsa) – Per il ministro dell’Economia, Daniele Franco, occorre “redistribuire la tassazione in modo che aiuti a conseguire obiettivi climatici” senza aumentarne il livello complessivo. “Dobbiamo orientare le scelte delle imprese e degli individui su forme più di consumo forme di trasporto e forme di produzione che siano più sostenibili – ha dichiarato Franco intervenendo al convegno “La finanza sostenibile al servizio del Paese” –. Questo si può fare con la regolamentazione, ricordo i vincoli sulle caratteristiche dei prodotti o quelli sulle emissioni degli autoveicoli, o si può fare con la tassazione”.
La proposta del ministro è quella di far sì che i prezzi “incorporino, grazie alla tassazione, le esternalità negativa derivanti dalle emissioni di carbonio. Questo non vuol dire aumentare il livello complessivo di tassazione ma redistribuire la tassazione in modo che aiuti a conseguire obiettivi climatici”.
Per Franco, inoltre, sul clima “servono politiche pubbliche condivise a livello mondiale ed in questo è centrale il ruolo del G20”. “La questione climatica è una questione globale – ha spiegato –. I gradi di riscaldamento riflettono le scelte di tutto il mondo. Il clima è un bene pubblico globale e soluzioni che sono solo nazionali non sarebbero adeguate”. “Non è certo il mercato da solo che può portare a soluzioni adeguate”, ha aggiunto. “Il contrasto al cambiamento climatico è uno degli obbiettivi fondamentali del PNRR – ha proseguito il ministro –, dobbiamo continuare ad impegnarci nell’attuazione di tutte le linee del piano avendo a mente che il piano è un tassello importante ma dura 5 anni, prevede investimenti importanti ma soprattutto pubblici. Occorre fare molto di più”.
“La pandemia e la guerra non devono distrarci dal problema del clima – ha quindi concluso Franco –. Non dobbiamo perdere di vista la questione climatica”. “Stiamo da anni correggendo le politiche climatiche ma non siamo arrivati ad una situazione soddisfacente – ha aggiunto – Dobbiamo agire in tempi rapidi e sviluppare le energie rinnovabili. Rispetto a pochi mesi fa abbiamo un secondo motivo: lo dobbiamo fare anche per conseguire un livello più alto di autonomia”.