(Teleborsa) – La plenaria del Parlamento europeo ha approvato la sua risoluzione sulla proposta della Commissione europea per la riforma del mercato dei permessi di emissione di CO2 (ETS – “Emission Trade System”). I voti a favore sono stati 439, 157 quelli contrari e 32 le astensioni. Si tratta di un testo legislativo cruciale per ricalibrare il mercato ETS sul nuovo obiettivo della riduzione entro il 2030 del 55% delle emissioni (invece che del 40% previsto precedentemente), e per adattarlo al nuovo “meccanismo di adattamento del carbonio alle frontiere”, il così detto Cbam, cioè il sistema di dazi climatici che si applicherà, con introduzione graduale a partire dal 2026, ad alcune merci importate da paesi che non hanno regimi simili all’ETS per la riduzione delle emissioni.
Il voto di oggi pone rimedio alla spaccatura che si era creata fra i gruppi maggiori dell’Europarlamento dello scorso 8 giugno scorso, quando il Ppe e i liberali di Renew avevano votato a favore mentre Socialisti, Verdi e Sinistra avevano votato contro, così come l’estrema destra sovranista (Id) a la destra conservatrice (Ecr) rimandando in Commissione Ambiente il testo.
Il compromesso raggiunto consiste in diversi emendamenti appoggiati dai tre maggiori gruppi e dai Verdi e prevede che le quote gratuite per l’industria siano eliminate fra il 2027 e il 2032, due anni prima di quanto chiedeva il Ppe e tre anni prima di quanto prevede la proposta originaria della Commissione. Il Ppe ha comunque ottenuto alcuni in merito al ritmo della riduzione delle quote gratuite – più lento all’inizio e più accelerato gli ultimi anni – e alla possibilità di una deroga a favore delle produzioni industriali destinate all’esportazione fuori dall’Ue, e esposte quindi alla concorrenza di produttori non sottoposti a regimi di riduzione della CO2 simili all’ETS. La deroga dovrebbe essere ora proposta dalla Commissione europea dopo aver accertato che sia compatibile con le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio.
In generale la risoluzione approvata prevede che i permessi di emissione di CO2, i cosiddetti “carbon credits” immessi sul mercato vengano ridotti del 4,4% dal 2024, del 4,5% dal 2026 e del 4,6% dal 2029. In questo modo, la riduzione totale delle emissioni che sarà a carico del sistema Ets entro il 2030 viene portata al 63%, due punti in più rispetto al 61% previsto nella proposta della Commissione.
Oggi sono state votate anche altre due posizioni del Parlamento europeo su normative collegate che erano state rinviate anch’esse in commissione Ambiente dopo il voto in plenaria dell’8 giugno. Si tratta del nuovo Fondo sociale per il clima (che sarà finanziato con una parte dei proventi dell’ETS) e dello stesso dispositivo per i dazi climatici (il Meccanismo di adeguamento del carbonio alle frontiere – Cbam). Anche queste due risoluzioni sono state approvate con larga maggioranza.
Tutte e tre le risoluzioni approvate dalla plenaria costituiscono ora il mandato del Parlamento europeo per i negoziati a tre con il Consiglio Ue e con la Commissione per arrivare all’adozione dei testi legislativi finali.
(Foto: © European Union 2019 – Source : EP)