(Teleborsa) – Ogni ora che passa la crisi del governo Johnson si fa sempre più estesa e colpisce anche la sterlina che perde terreno nei confronti di euro e dollaro.
La permanenza del premier inglese a Downing Street sembra appesa ad un filo, dopo che in giornata sono arrivate nuove dimissioni tra le file del partito conservatore.
A lasciare per primi sono stati il ministro della Sanità, Sajid Javid – che si è dimesso dicendo di non poter “più servire in buona coscienza in questo governo” seguito dal cancelliere dello Scacchiere, Rishi Sunak, numero due di fatto della compagine Tory e responsabile della politica economica. Johnson ha inviato una lettera ai due ministri dicendosi dispiaciuto per le loro dimissioni dal governo. Nella missiva all’ormai ex cancelliere dello scacchiere il premier ha scritto: “Mi mancherà lavorare con te nel governo”. Al posto di Javid e Sunak, il premier britannico ha nominato Steve Barclay, il capo gabinetto di Downing Street, nuovo ministro della Sanità, e Nadhim Zahawi, finora ministro dell’Istruzione, nuovo cancelliere dello Scacchiere.
Cosa sta succedendo?
Tutto nasce dalle accuse rivolte al premier di aver mentito sul passato di Chris Pincher, un suo fedelissimo costretto a dimettersi da deputy chief whip la settimana scorsa per aver palpeggiato in un gentlemen club frequentato da Tory due uomini, fra cui un collega deputato. Johnson ha riconosciuto come “un errore” la permanenza di Pincher nella compagine Tory dopo le accuse su un episodio simile precedente, risalente a quando Pincher era viceministro degli Esteri, di cui lo stesso premier ieri ha riconosciuto di essere stato informato a fine 2019, e ha assicurato di non voler dare spazio ad alcun sospetto “predatore sessuale” nell’esecutivo. Il tentativo del premier di giustificarsi dicendo di aver inizialmente dimenticato d’essere stato messo al corrente oltre due anni fa dei sospetti su episodi analoghi, prima di promuovere Pincher, non ha tuttavia convinto Javid e Sunak.
I due sono stati seguiti dal vicepresidente del partito e da circa una ventina di figure istituzionali, tre segretari e funzionari.
A Downing Street, oltre all’ondata di dimissioni in casa Tory che ne è seguita, è atteso in serata pure Graham Brady presidente del comitato 1922, organismo chiave del gruppo parlamentare dell’attuale forza di maggioranza incaricato di fissare regole e convocazioni di elezioni interne e voti di sfiducia sulla leadership del partito.
Insomma l’esperienza di BoJo alla guida del Regno Unito sembra ormai agli sgoccioli.