(Teleborsa) – Il Bitcoin, la più popolare delle criptovalute, continua a registrare ribassi ed è scesa sotto quota 43 mila dollari, registrando i minimi degli ultimi tre mesi. A pesare sul suo andamento sono i nervosismi del mercato per l’inasprimento della politica monetaria degli Stati Uniti e lo shutdown di internet in Kazakistan (su decisione del governo), in quanto il paese è diventato il secondo hub mondiale per l’estrazione e la transizione di criptovalute. Alle 13 (ora italiana) il Bitcoin scambia a 42.273 dollari, in decremento dell’1,3% nelle ultime 24 ore (durante le quali il minimo è stato di 42.205 dollari) e del 12% nell’ultima settimana, secondo dati CoinMarketCap. Gli altri crypto-asset si muovono nella stessa direzione: Ethereum perde il 3,7% a 3.229 dollari, Binance l’1,86% a 452 dollari e Solana il 5,6% a 138 dollari.
Oltre a una debolezza già evidente, con i prezzi in costante calo dai massimi di sempre registrati a novembre, il Bitcoin si trova a fronteggiare un imprevisto come le proteste scoppiate nell’ex repubblica sovietica, che ha portato il governo del paese a togliere l’accesso a internet. Il Kazakistan rappresenta il 18% della potenza di elaborazione della rete Bitcoin, secondo il Cambridge Center for Alternative Finance, con molte aziende di mining che hanno trasferito lì le loro operazioni dopo la stretta normativa cinese. La potenza di calcolo di Bitcoin “non è direttamente correlata al prezzo di Bitcoin, ma fornisce un’indicazione della sicurezza della rete, quindi una caduta può spaventare gli investitori a breve termine“, ha affermato Marcus Sotiriou, analista del broker di asset digitali GlobalBlock in una nota.
Gli scorsi mesi erano già stati densi di notizie importanti per la maggiore criptovaluta. Il 7 settembre 2021 El Salvador è diventato il primo paese del mondo ad adottare il Bitcoin come valuta a corso legale a fianco al dollaro. A metà dello stesso mese, la Cina ha dichiarato illegali tutte le criptovalute, vietandone l’acquisto anche attraverso exchange stranieri, anche se la mossa non ha causato crolli del mercato (la stretta cinese, anche se con misure più lievi, era già arrivata nei mesi precedenti). Il 18 ottobre è stato quotato a Wall Street il primo exchange-traded fund (ETF) statunitense basato sul Bitcoin, anche se lo strumento non investe non direttamente sulla criptovaluta ma tramite contratti derivati.