(Teleborsa) – “Le banche italiane affrontano questa difficile situazione congiunturale partendo da una condizione complessivamente equilibrata. Alla fine di marzo il rapporto tra il capitale di migliore qualita` e gli attivi ponderati per il rischio (CET1 ratio) era pari al 14,6 per cento; nonostante la ripresa nella distribuzione dei dividendi, rimane piu` alto dei valori precedenti lo scoppio della pandemia. Nel primo trimestre il rendimento in ragione annua del capitale e delle riserve e` stato pari al 6,4 per cento, meno che nel corrispondente periodo dello scorso anno, ma lievemente superiore a quanto registrato nell’intero 2021. Il flusso di nuovi crediti deteriorati in rapporto al totale dei prestiti, in ragione d’anno e al netto degli effetti stagionali, e` sceso di 2 decimi di punto nei primi tre mesi di quest’anno, all’1 per cento; in assenza di significative operazioni di cessione, la loro consistenza, al netto delle rettifiche di valore e sempre in rapporto al totale dei prestiti, e` rimasta sostanzialmente invariata. Sono invece in aumento le perdite sul portafoglio titoli legate alla volatilita` dei mercati”. Questo il quadro presentato oggi dal governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, nel suo intervento all’assemblea dell’Abi.
“Le condizioni di offerta del credito – ha proseguito Visco – sono divenute negli ultimi mesi meno favorevoli, anche se i prestiti al settore privato non finanziario continuano a crescere, sia pure a ritmi moderati per le imprese. La posizione di liquidita` di queste ultime resta comunque buona. Eventuali esigenze legate alle conseguenze economiche della guerra potranno essere soddisfatte anche per mezzo di prestiti garantiti dallo Stato; le nuove misure di sostegno all’accesso al credito varate dal Governo a seguito del conflitto in Ucraina prevedono infatti la possibilita` di richiederli sino alla fine di quest’anno, in coerenza con il nuovo quadro temporaneo di aiuti definito a livello europeo”.
“Il rialzo dei tassi di interesse – ha sottolineato il governatore – non dovrebbe frenare la dinamica del credito. L’impatto sulla redditivita` delle banche sarebbe nel complesso positivo grazie all’espansione del margine di interesse, il cui andamento dipendera` dalla struttura per scadenze delle attivita` e delle passivita` delle singole banche, con differenze anche significative tra gli intermediari. Nel medio periodo l’ammontare delle rettifiche aggiuntive corrispondenti all’aumento dei crediti deteriorati dovrebbe essere piu` che compensato dall’effetto positivo del rialzo dei tassi sul margine di interesse. Un calo dei corsi dei titoli di Stato italiani si riflette direttamente sul patrimonio di vigilanza anche quando le corrispondenti perdite non sono contabilizzate nel conto economico. Considerando lo stock di titoli iscritti a bilancio al valore di mercato alla fine dello scorso maggio e` possibile stimare che un aumento di 100 punti base lungo l’intera curva dei rendimenti porterebbe a una riduzione del rapporto tra capitale di migliore qualita` e attivi ponderati per il rischio di circa 20 punti base”.
“L’uscita dalle misure di sostegno varate per fronteggiare la crisi pandemica – ha evidenziato Visco – prosegue senza significative ripercussioni sulla qualita` del credito. Seppure in aumento, la quota di finanziamenti che hanno beneficiato di moratorie classificati come deteriorati rimane relativamente bassa, mentre si sta progressivamente riducendo quella dei prestiti per i quali le banche hanno registrato un significativo incremento del rischio di credito dal momento dell’erogazione (classificati nello “stadio 2” secondo i principi contabili internazionali). Le informazioni riguardo ai ritardi nei pagamenti sui finanziamenti in bonis non mostrano, per ora, segnali di un significativo peggioramento. Anche la qualita` dei prestiti garantiti dallo Stato a favore delle imprese piu` colpite dalla crisi pandemica, che potevano essere richiesti fino alla fine di giugno, rimane buona. Il tasso di deterioramento si mantiene basso, nonostante per i prestiti concessi nelle prime fasi della pandemia stia terminando il periodo di preammortamento durante il quale le imprese potevano rimborsare la sola quota interessi. Informazioni preliminari indicano inoltre che solo pochi prenditori si sono avvalsi della facolta`, recentemente introdotta, di chiederne una estensione”.
“Le esposizioni dirette verso i paesi coinvolti nella guerra – ha affermato il governatore – sono rimaste sostanzialmente stabili; gli intermediari presso i quali questi crediti sono soprattutto concentrati hanno provveduto a rivederne la classificazione contabile e, conseguentemente, a incrementare le rettifiche di valore. La BCE e la Banca d’Italia hanno sollecitato le banche a svolgere analisi approfondite sulla solvibilita` prospettica delle imprese che piu` risentono delle conseguenze del conflitto, in particolare di quelle su cui piu` grava lo straordinario incremento del costo dell’energia. Riconoscendone la maggiore rischiosita`, numerosi intermediari hanno iniziato ad aumentare le rettifiche di valore anche su queste esposizioni. Il rischio di una contrazione dell’attivita` economica e` concreto. Le politiche di distribuzione degli utili e degli accantonamenti devono tenere opportunamente conto dell’elevata incertezza e dei consistenti rischi verso il basso che permeano l’evoluzione del quadro macroeconomico”.
Rafforzamento delle banche medio-piccole – “Nel corso degli ultimi anni – ha spiegato Visco – la Vigilanza ha condotto nei confronti delle banche meno significative un’azione mirata a individuare per tempo gli intermediari piu` fragili, richiedendo interventi correttivi di crescente intensita` per evitare il deterioramento delle condizioni economiche e finanziarie. Ne e` derivato un complessivo rafforzamento delle banche medio-piccole, testimoniato dal generalizzato miglioramento dei livelli di patrimonializzazione e dalla riduzione dei rischi, che hanno pure tratto indirettamente beneficio dalle misure pubbliche di sostegno all’accesso al credito varate dal Governo per far fronte agli effetti della crisi pandemica”. Tuttavia, – come ha ricordato il governatore di Bankitalia – si potrà ricorrere “solo fino al prossimo novembre” all’apposito fondo pubblico, istituito negli anni scorsi, teso a favorire l’ordinato svolgimento delle procedure di liquidazione delle banche con un totale attivo inferiore a 5 miliardi di euro. “A pochi mesi da questa scadenza – ha sottolineato Visco – si pone l’esigenza di individuare nuovi strumenti in grado di finanziare la ristrutturazione degli intermediari piu` fragili, prevenendone ove possibile la crisi e le conseguenti potenziali esternalita` negative sull’intero settore. Se rimane auspicabile l’ingresso nel mercato di operatori specializzati nella ristrutturazione di aziende bancarie, dotati delle risorse patrimoniali e delle capacita` professionali necessarie a sostenerne il rilancio, questa esigenza potrebbe essere soddisfatta anche dallo stesso sistema bancario con la creazione di un apposito veicolo finanziato a condizioni di mercato e con il contributo di soggetti pubblici”.
Disposizioni macroprudenziali – Nell’attuale scenario Visco ha evidenziato la necessita` di “accrescere il cosiddetto spazio macroprudenziale a disposizione delle autorita`, con l’obiettivo di ampliare la quantita` di riserve rilasciabili a fronte di shock sistemici ampi e dirompenti che potrebbero andare oltre la normale fluttuazione ciclica. E` auspicabile, inoltre, – ha aggiunto il governatore – una armonizzazione, per quanto minima, degli strumenti borrower based (come, ad esempio, i limiti al rapporto tra l’ammontare del prestito erogato e il valore della garanzia prestata), da conseguire sulla base delle raccomandazioni gia` emanate in materia dal Consiglio europeo per il rischio sistemico. E` importante che il disegno, l’attivazione e la calibrazione delle disposizioni macroprudenziali rimangano di competenza delle autorita` nazionali, in considerazione delle eterogeneita` dei mercati creditizi e immobiliari nazionali”.