(Teleborsa) – Occhi puntati sullo yen e sulla Bank of Japan, che ha confermato oggi la volontà di mantenere una politica monetaria ultra espansiva, in netto contrasto con una Federal Reserve sempre più falco, facendo svalutare lo yen nei confronti del dollaro americano ai minimi degli ultimi sei anni.
L’innesco delle vendite sulla valuta nipponica è coinciso con l’annuncio che la BOJ, nella giornata di ieri, ha acquistato poco più di 500 milioni di dollari di bond ed ha promesso altri tre giorni di acquisti illimitati per difendere le oscillazioni di rendimento del titolo decennale attorno allo 0,25%. La conferma della validità della strategia del Yield Curce Control (YCC) e dunque di una politica ultra espansiva sembra confermare che questa sarà valida ancora per un certo periodo di tempo, a dispetto della mossa restrittiva della Fed e delle intenzioni della BCE.
D’altronde i verbali della BoJ, pubblicati questa mattina, hanno dimostrato che i banchieri sottolineato ancora la necessità di mantenere una politica monetaria estremamente espansiva, anche se alcuni di loro si stanno interrogando sulle crescenti pressioni inflazionistiche.
Ecco perché il mercato ha spinto al ribasso lo yen fino a toccare un valore di 125 contro il dollaro, per poi recuperare a quota 123,40 (-0,38%).
Un movimento che, secondo gli esperti, ha tenuto conto delle dichiarazioni del ministro delle finanze giapponese Shunichi Suzuki, il quale ha assicurato che osserverà attentamente i movimenti del mercato dei cambi per evitare “l’indebolimento eccessivo dello yen”.
“Il deprezzamento dello yen giapponese è un grosso problema per l’economia giapponese, perché l’economia, in particolare le famiglie, sta affrontando un aumento dell’inflazione e il deprezzamento dello yen potrebbe accelerarlo”, spiega Kentaro Koyama, capo economista della Deutsche Bank, indicando che se il cambio dovesse superare quota 125 ci si attende un intervento più severo delle autorità.