(Teleborsa) – “I depositi delle aziende nei due anni di pandemia sono aumentati di 100 miliardi di euro, quelli delle famiglie di 130 miliardi. Se questi fondi tornassero agli investimenti per le aziende e per i consumi da parte delle famiglie potrebbe crescere lo sviluppo”. È quanto ha affermato il ceo di Intesa Sanpaolo, Carlo Messina nel corso di un confronto con il leader della Cgil Maurizio Landini dal titolo “I dati sono tutto. Per una digitalizzazione sostenibile” organizzato dalla Fisac-Cgil e moderato da Lucia Annunziata.
“Certo, c’è stata una propensione al risparmio per l’incertezza, ma se questi fondi – ha sottolineato Messina – tornassero da un lato agli investimenti per le imprese e dall’altro in parte per le famiglie ai consumi si accelererebbe lo sviluppo delle imprese e del Paese. Le risorse ci sono in Italia. Ci sono nelle imprese e nelle banche come la nostra. Siamo pronti a mettere 400 miliardi sul Pnrr ma abbiamo una capacità di erogazione del credito che va oltre anche questa dimensione. C’è un problema di progettazione delle cose che devono essere fatte. Molti imprenditori sono già molto avanti. Fino a che non ci sarà una semi normalità per l’andamento dei prezzi la priorità dovrà essere quella di sostenere quello che sta accadendo. Ma la priorità è che tornino all’economia i 100 miliardi delle imprese e ai consumi i 130 miliardi di depostiti in più delle famiglie e che il Governo possa utilizzare al meglio i fondi del Pnrr. Banche come la nostra devono mettere multipli di queste cifre sul tavolo. Se è così penso che il nostro Paese potrà avere più occupazione e riduzione della disuguaglianze. Ma se continueremo come negli ultimi 15 anni la cosa sarà molto complicata”.
La crisi in Ucraina – ha detto il ceo di Intesa Sanpaolo – impone una nuova valutazione del piano di impresa approvato dall’Istituto ma, ad oggi, tutte le azioni restano valide. “Ciò che è accaduto dopo il 24 febbraio porta a dover valutare il piano di impresa approvato prima di quel momento, ma vi posso assicurare che dal punto di vista industriale tutte le azioni che abbiamo delineato rimangono valide, tutto ciò che abbiamo pensato per le nostre persone resta valido – ha affermato Messina –. Servono più aiuti per chi ha bisogno, altrimenti è a rischio la pace sociale. Quello che deve essere accelerato è la sostenibilità sociale, facendo in modo che chi ha più risorse le metta a disposizione di chi ne ha di meno, altrimenti ci troveremo nei prossimi dodici mesi davanti a una drammatica crisi sociale”. Messina ha ricordato che ci sono 5 miliardi di investimenti nel digitale e che il capitale umano è la “cosa più importante” che Intesa ha e che per le persone che si trovano nelle filiali che saranno chiuse “saranno proposti nuovi mestieri”.
Nell’attuale scenario di crisi da Messina arriva la proposta di costruire fondi anti-disuguaglianze con meccanismi fiscali. “Sono preoccupato – ha affermato Messina – delle disuguaglianze sociali. Ci sono lavoratori con stipendi dignitosi ma se aumenta l’inflazione si trovano a dover fare scelte» come tra riscaldare la casa e mangiare. Questo è inaccettabile. È importante che le grandi aziende con capacità di reddito significativo facciano qualcosa». Potrebbero costruire dei fondi destinati a mitigare le disuguaglianze con meccanismi fiscali da parte del Governo”.