(Teleborsa) – Le banche europee “dovrebbero prepararsi a un probabile deterioramento della qualità degli attivi“. L’aumento dei tassi potrebbe aumentare i pagamenti sul debito e ridurre le valutazioni delle garanzie, mentre un’inflazione più elevata e una crescita economica più lenta potrebbero ridurre il reddito disponibile dei clienti che hanno preso denaro in prestito. Lo afferma l’Autorità bancaria europea (EBA) nella sua valutazione annuale del rischio del sistema bancario europeo, aggiungendo che le banche dovrebbero “riconoscere tempestivamente i clienti vulnerabili e le relative svalutazioni”, “impegnandosi il prima possibile con i clienti in difficoltà per garantirne la sostenibilità”.
Anche se la redditività delle banche sembra beneficiare di tassi di interesse più elevati e i coefficienti patrimoniali sono a livelli relativamente elevati, secondo l’EBA le banche dovrebbero “considerare attentamente le politiche sui dividendi, il riacquisto di azioni o i bonus“. Viene raccomandata prudenza per “coprire perdite impreviste e mantenere il flusso di prestiti all’economia reale in un contesto macroeconomico in peggioramento”.
Il rapporto dell’Associazione è accompagnato dalla pubblicazione dell’EU-wide transparency exercise del 2022, che fornisce informazioni dettagliate, in un formato comparabile e accessibile, per 122 banche in 26 paesi SEE/UE.
Timori per l’aumento delle esposizioni al settore energetico
Il report evidenzia che l’aumento della volatilità dei prezzi nei mercati del petrolio e del gas dell’UE ha creato all’inizio di quest’anno un fabbisogno di liquidità senza precedenti per le imprese del settore energetico. Le banche si sono impegnate attivamente con le società energetiche per fornire loro un’ampia gamma di servizi per gestire la volatilità nei mercati energetici derivati. Di conseguenza, “le banche hanno notevolmente aumentato le loro esposizioni complessive verso il settore, sia in termini di prestiti che di strumenti derivati. Tali esposizioni sono concentrate presso un ristretto numero di banche“.
Primi segnali di deterioramento della qualità degli attivi
Gli NPL hanno continuato a diminuire e la loro dispersione tra le banche si è notevolmente ridotta. Tuttavia, i nuovi afflussi di crediti deteriorati sono aumentati notevolmente nella prima metà del 2022. La quota dei prestiti stage 2 si è attestata “al livello più alto dall’attuazione”. Le banche hanno aumentato gli accantonamenti per i crediti in bonis. Ciononostante, il costo del rischio complessivo (CoR) è sceso al di sotto dei minimi prepandemici, presumibilmente a causa di deflussi di crediti deteriorati ancora sostanziali e del rilascio o della riallocazione di sovrapposizioni di accantonamenti COVID-19 inutilizzati.
I costi di finanziamento dovrebbero aumentare
L’EBA evidenzia che le banche “devono rimborsare ingenti importi di prestiti della banca centrale fino al 2024″. Un certo numero di banche potrà fare affidamento sulle riserve di liquidità esistenti, compresi i depositi della banca centrale, per rimborsare i prestiti della banca centrale. Alcune banche, tuttavia, “potrebbero dover emettere ulteriore debito o aumentare i depositi“. Resta da vedere quanto sarà costosa la sostituzione del finanziamento della banca centrale. Anche il rispetto o il rifinanziamento dei requisiti minimi MREL “potrebbe rivelarsi una sfida per alcune banche”.
Rimane incerto come si evolverà la redditività
La forte crescita dei prestiti e del margine di interesse netto (NIM, dall’inglese net interest margin) hanno contribuito ad aumentare il RoE delle banche. Con l’abolizione delle restrizioni legate alla pandemia sulla remunerazione degli azionisti, si prevede che le banche tornino a pay-out ratio di circa il 50%, in linea con la media a lungo termine. L’atteso deterioramento macroeconomico “si tradurrà probabilmente in una crescita dei prestiti più lenta e in un aumento delle svalutazioni, mentre l’aumento dell’inflazione potrebbe aumentare i costi operativi”.
La minore crescita del PIL e l’aumento dei tassi potrebbero anche tradursi in minori entrate da commissioni derivanti dalla gestione patrimoniale e dai servizi di pagamento. Infine, le banche che dipendono maggiormente dal finanziamento wholesale potrebbero dover affrontare aumenti più rapidi dei costi di finanziamento.