(Teleborsa) – A marzo 2022, i prestiti a imprese e famiglie sono aumentati del 2,6% rispetto a un anno fa. A febbraio 2022, per i prestiti alle imprese si registra un aumento dell’1,2% su base annua. L’aumento è del 3,8% per i prestiti alle famiglie. È quanto emerge dal Rapporto mensile Abi “Economia e Mercati Finanziari-Creditizi” di aprile.
Nello stesso periodo i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento – rileva l’Abi – si mantengono su livelli particolarmente bassi, e registrano le seguenti dinamiche: il tasso medio sul totale dei prestiti è pari al 2,14% (stesso valore nel mese precedente e 6,18% prima della crisi, a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese è l’1,19% (1,09% il mese precedente; 5,48% a fine 2007); il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni è l’1,60% (1,49% il mese precedente, 5,72% a fine 2007).
Dopo l’aumento di 3 miliardi – a 18,2 miliardi di euro rispetto al dato di dicembre 2021 (15,2 miliardi) – registrato a gennaio 2022, le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a febbraio rimangono stabili 18,1 miliardi di euro. Un dato che rimane inferiore rispetto ai 20,1 miliardi di febbraio 2021 (-2,0 miliardi pari a -9,9%) e ai 26,4 miliardi di febbraio 2020 (-8,3 miliardi pari a -31,4%). Rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi), – si legge nel rapporto – la riduzione è di 70,7 miliardi (pari a -79,6%). Il rapporto sofferenze nette su impieghi totali e` pari all’1,04% a febbraio 2022, (era 1,16% a febbraio 2021, 1,55% a febbraio 2020 e 4,89% a novembre 2015).
In Italia, a marzo 2022, la dinamica della raccolta complessiva (depositi da clientela residente e obbligazioni) risulta in crescita del +3,8% su base annua. I depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) sono aumentati, nello stesso mese, di circa 88 miliardi di euro rispetto ad un anno prima (variazione pari a +5,0% su base annuale), mentre la raccolta a medio e lungo termine, cioè tramite obbligazioni, è scesa, negli ultimi 12 mesi, di circa 13,9 miliardi di euro in valore assoluto (pari a -6,4%).
A marzo 2022, il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è in Italia lo 0,44%, (stesso valore nel mese precedente) ad effetto: del tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito), 0,31% (stesso valore nel mese precedente); del tasso sui PCT, che si colloca all’1,30% (1,26% il mese precedente); del rendimento delle obbligazioni in essere, 1,72% (1,73% nel mese precedente)
Il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie rimane in Italia – conclude l’Abi – su livelli particolarmente infimi, a marzo 2022 risulta di 170 punti base (169 nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (335 punti base a fine 2007).