(Teleborsa) – Prosegue e si rafforza leggermente la crescita dell’erogazione di prestiti bancari a imprese e famiglie in Italia che nel mese di aprile sono aumentati del 2,6% rispetto a un anno fa, secondo il rapporto mensile dell’ABI, che si basa sui dati della Banca d’Italia. Il disaggregato sui prestiti alle imprese più recente riguarda marzo, in cui l’aumento è stato dell’1,3% su base annua, mentre sui prestiti alle famiglie la crescita è più sostenuta, pari al 4%.
Anche ad aprile sono rimasti su livelli molto bassi i tassi di interesse sulle operazioni di finanziamento. In media 2,16%, a fronte del 2,14% di marzo. Il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è attestato all’1,26%, dall’1,23% il mese precedente (a fine 2007 questo tasso aveva toccato il 5,48%). Il tasso medio sui nuovi mutui, ossia prestiti per l’acquisto di abitazioni è salito all’1,82%, a fronte dell’1,66% di marzo. Si tratta del valore più alto dal maggio del 2019, secondo le tabelle dell’Abi, ma appunto è rimasto vicino ai livelli di questa fase attuale di tassi storicamente bassi. L’associazione rileva che a fine 2007 i tassi sui nuovi mutui avevano raggiunto il 5,72%.
Resta positiva e si rafforza, in Italia, la dinamica della raccolta diretta complessiva della banche su depositi da clientela residente e obbligazioni. Ad aprile ha registrato un aumento del 4% su base annua, secondo il rapporto, dal più 3,5% di marzo. Persiste la dinamica divergente tra i depositi (in conto corrente, certificati di deposito, pronti contro termine) aumentati ad aprile di 92 miliardi di euro rispetto a un anno prima, pari al più 5,2%, e invece quella sulle obbligazioni (a medio e lungo termine), scesa di circa 13,8 miliardi in valore assoluto, pari al meno 6,5% annuo. Sempre ad aprile il tasso di interesse medio sul totale della raccolta bancaria da clientela (somma di depositi, obbligazioni e pronti contro termine in euro a famiglie e società non finanziarie) è rimasto invariato allo 0,45%. Il tasso praticato sui depositi (conti correnti, depositi a risparmio e certificati di deposito) è risultato a sua volta stabile allo 0,32%. Il tasso sui Pct si è limato all’1,54% (1,59% il mese precedente), mentre il rendimento delle obbligazioni in essere è rimasto quasi invariato all’1,71% (1,72% nel mese precedente).
Le sofferenze nette (cioè al netto delle svalutazioni e accantonamenti già effettuati dalle banche con proprie risorse) a marzo 2022 sono 16,9 miliardi di euro, in calo di circa 1 miliardo di euro rispetto al mese precedente e inferiori di circa 3 miliardi rispetto a marzo 2021 e di 71,9 rispetto al livello massimo delle sofferenze nette, raggiunto a novembre 2015 (88,8 miliardi).
Infine, l’Abi sottolinea che il margine (spread) fra il tasso medio sui prestiti e quello medio sulla raccolta a famiglie e società non finanziarie rimane su livelli particolarmente infimi, ad aprile 2022 risulta di 171 punti base (169 nel mese precedente), in marcato calo dagli oltre 300 punti base di prima della crisi finanziaria (e 335 punti base a fine 2007).