(Teleborsa) – Il caro materiali rischia di bloccare i cantieri del PNRR, secondo quanto emerge dall’Osservatorio congiunturale sull’industria delle costruzioni dell’ANCE (Associazione nazionale costruttori edili). Le misure introdotte dal Governo non sono ancora sufficienti e “serve un adeguamento dei prezzari e degli importi a base d’asta, come peraltro recentemente effettuato da alcune primarie stazioni appaltanti”, hanno affermato oggi a Roma i vertici dell’associazione in occasione delle presentazione del rapporto. Tra gli altri fattori di rischio, c’è la scarsità di manodopera: “Nel 2021 ben il 40% dei profili richiesti nelle costruzioni è di difficile reperimento”. Inoltre, l’Ance punta il dito sulla capacità della PA: “Tutti gli investimenti previsti devono essere aggiudicati entro il 2023. Questo è un ulteriore ed importante elemento di criticità in considerazione della capacità della Pubblica amministrazione, impoverita da anni di mancati investimenti e dal blocco del turnover”.
L’outlook 2022 del settore
Gli investimenti nel settore delle costruzioni sono previsti in crescita dello 0,5% nel 2022. Per la nuova edilizia abitativa e edilizia non residenziale privata, l’ANCE stima rispettivamente investimenti in crescita del 4,5% e del 5%. L’associazione evidenzia il mancato apporto del comparto della riqualificazione, che a causa dei continui stop and go normativi segnerà una battuta d’arresto (-8,5%), mentre gli investimenti in opere pubbliche cresceranno dell’8,5% grazie alle aspettative di utilizzo delle risorse del PNRR, soprattutto per gli interventi diffusi sul territorio. Sui 4,3 miliardi di investimenti aggiuntivi nel 2022, stimati dal Governo, pesa il caro materiali, la carenza manodopera e la capacità della PA.
Il ruolo del bonus edilizi
Sul calo degli investimenti di riqualificazione degli immobili l’ANCE sottolinea “il momentaneo blocco delle cessioni dei crediti, che investe non solo il Superbonus ma anche i bonus ordinari generato dal Dl sostegni ter”. Dall’Osservatorio congiunturale emerge che gli investimenti in riqualificazione del patrimonio abitativo sono cresciuti del 25% nel 2021 grazie ai bonus edilizi e ai meccanismi di cessione del credito e dello sconto in fattura, che porta a 55 miliardi il totale degli investimenti nel comparto. L’incremento del giro d’affari collegabile agli incentivi fiscali nei primi 11 mesi del 2021 è del 43,4%. Per quanto riguarda il Superbonus 110%, l’Ance afferma che sono stati 107.588 interventi per un totale di 18,3 miliardi di euro secondo gli ultimi dati del monitoraggio Enea-Mise-Mite al 31 gennaio 2022.
Parlando del Superbonus, il presidente dell’ANCE Gabriele Buia ha affermato: “Quello che è successo sulle frodi è vergognoso. L’ANCE si costituirà parte civile in tutti i casi di frode e di malaffare. Non abbiamo niente a che vedere con queste tematiche, vogliamo prendere le distanze da furbetti e improvvisati”. “Bene che il ministro Orlando abbia chiesto anche il rispetto del contratto di settore” per usufruire del bonus, “perché quelli sono soldi pubblici. È un tassello necessario”, ha aggiunto, sottolineando la questione della sicurezza sul lavoro.
Il bilancio del 2021
Il settore delle costruzioni, nel 2021, ha fatto registrare investimenti in crescita del 16,4%, un risultato superiore anche ai livelli pre-pandemici (+9% rispetto al 2019. “Per la prima volta, dopo anni di bassa crescita e in ultimo la crisi generata dalla pandemia – spiega il rapporto – l’Italia è tornata tra i principali Paesi UE in termini di sviluppo. A questo risultato ha contribuito fortemente il settore delle costruzioni che con tutte le attività collegate arriva a rappresentare il 22% del PIL, attivando una filiera collegata a quasi il 90% dei settori economici, in grado di generare l’effetto propulsivo più elevato sull’economia tra tutti i comparti di attività industriale”. Bene anche la produzione, aumentata del 24,3% e l’occupazione, con un aumento dell’11,8% degli iscritti alle casse edili e del 26,7% di ore lavorate.