(Teleborsa) – Alleanze strategiche e sostenibilità saranno i driver del rilancio del settore aeroportuale, fortemente messo in difficoltà da due anni di pandemia e, ora, dall’insicurezza generata dal conflitto ucraino. È quanto spiega Alfonso Celotto, presidente di Aeroporti 2030 – l’associazione che raggruppa gli scali di Roma Fiumicino, Roma Ciampino, Venezia, Treviso, Verona e Brescia –, in un’intervista a Infra Journal, il webmagazine di Atlantia.
“In questo momento – afferma Celotto – la programmazione dei voli estivi non sta subendo grandi ripercussioni, ma la preoccupazione che i flussi internazionali possano rallentare si fa sentire. Poi c’è un discorso generale di tipo psicologico: dobbiamo aiutare le persone a ritrovare la voglia di viaggiare e programmare. Gli scali italiani hanno chiuso il 2021 in crescita rispetto al 2020 (+52,4%) ma con una contrazione del 58,2% sul 2019, ultimo anno non interessato dalla pandemia. Non possiamo sapere quando torneremo a volare alto, c’è stata una buona spinta per la ripresa, ma in questo quadro di incertezza non riusciamo a prevedere gli sviluppi soprattutto sul traffico intercontinentale. Per questo è necessario proiettarsi verso una visione innovativa che garantisca il decollo della connettività del futuro, abbandonando gli stereotipi del passato”.
Parlando delle iniziative intraprese per favorire la ripresa del settore il presidente di Aeroporti 2030 ha ricordato che “Enac ha erogato i primi 300 milioni di ristori per la pandemia, il 50% dell’importo previsto dal Governo per i danni causati dalla pandemia. Inoltre, – ha proseguito Celotto – sono state rimodulate le regole di viaggio per l’estate 2022 alleggerendo le restrizioni”. Iniziative che Celotto definisce “conservative, ma fondamentali per un settore che ha accusato flessioni dell’80%”.
“Ora l’importante – conclude il presidente di Aeroporti 2030 – è guardare avanti. Non esistono solo sicurezza e rapidità, la ripartenza degli scali italiani passa dalla sostenibilità e dalle alleanze strategiche”.