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Zegna, a Wall Street da apripista per altre italiane: New York alza l'asticella

(Teleborsa) – Emozione per il passo importante, ma anche consapevolezza di aver fatto la scelta appropriata e di avere affianco i partner giusti. Sono queste le parole chiave con cui Gildo Zegna, amministratore delegato del gruppo italiano attivo nel settore dell’abbigliamento di lusso maschile, ha parlato del debutto odierno sul New York Stock Exchange (NYSE). “È un momento storico – ha sottolineato – Se devo andare indietro di un anno, quasi non mi sembra vero. C’è l’abbiamo fatta in un anno. Andrea Bonomi mi ha parlato a gennaio, ho iniziato a crederci da allora. Abbiamo lavorato, abbiamo fatto una maratona. Ce l’abbiamo fatta grazie a una squadra straordinaria e un partner che non ci ha mai lasciato soli. È un momento storico per l’Italia, per il Made in Italy e per la nostra azienda“. “L’America è un grande mercato, si sta riprendendo, fino a poco tempo fa si parlava solo di Cina. La nostra strategia non cambia con la quotazione”, ha evidenziato durante una conferenza stampa a New York.

L’esempio per le aziende italiane

A chi gli chiedeva se si sentisse un apripista visto che Zegna è la prima fashion house a quotarsi a Wall Street, Zegna ha risposto: “Me lo auguro”, spiegando che “ci sono tante aziende italiane, magari anche migliori di noi, che non hanno ancora voluto fare il salto e spero che il nostro percorso sia di esempio per altri”. La quotazione, ha aggiunto, “è un modo per modernizzare il family business, bisogna però avere una governance chiara, consiglieri indipendenti, meritocrazia soprattutto per quelli della famiglia”.

Un conglomerato non è nei piani

Andrea Bonomi, fondatore di Investindustrial e promotore della SPAC che ha portato in borsa l’azienda italiana, ha ancora una volta frenato chi suggeriva che Zegna possa diventare un conglomerato della moda. Facendo notare che quelle italiane sono imprese nella maggior parte dei casi familiari, ha detto che l’obiettivo di Zegna è “trovare l’italian way”, quindi “se altri vogliono salire a bordo, sono i benvenuti”, ma “il DNA deve essere giusto“. In questo senso, l’esempio è quello che è stato fatto con Thom Browne, che Zegna ha acquisito nel 2018. “Questo marchio ha beneficiato di essere con Zegna e il gruppo di avere un brand con un DNA del genere”, ha detto Bonomi.

La scelta di New York

La decisione di quotarsi a Wall Street è stata descritta come una scelta scontata, perché Gildo Zegna è stato approcciato da Andrea Bonomi e Sergio Ermotti, che avevano lanciato una SPAC proprio a New York. In ogni caso, secondo l’amministratore delegato del gruppo italiano “il mercato competitivo di New York ci aiuterà ad alzare l’asticella“. “Siamo fieri di essere italiani, ma New York ci spronerà a fare meglio, più di qualsiasi altra piazza”, ha aggiunto.

Anche Bonomi ha sottolineato il fatto che misurarsi con un mercato come quello della Grande Mela ti aiuta a rendere di più. Secondo l’investitore, “il successo delle imprese italiane è nel mondo e devono avere il coraggio di andare oltre l’Italia“. In questo senso, Milano sarebbe stata una scelta più semplice per la quotazione di Zegna, perché Investindustrial è un brand noto nel nostro paese, ma Bonomi ha sottolineato che il suo gruppo lavora meglio “quando lo scenario è difficile, quando ci vuole coraggio e quando l’esito è meno scontato” e ha parlato delle prime SPAC di Piazza Affari come “local e narrow minded”.


Fonte: http://news.teleborsa.it/NewsFeed.ashx

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