(Teleborsa) – Sono stati i timori per le pressioni dei costi sui margini, le iniziative ESG e gli alti livelli di liquidità i tre temi che hanno dominato le trimestrali delle società che fanno parte dell’S&P 500, ovvero l’indice azionario formato dalle 500 aziende statunitensi a maggiore capitalizzazione. Ad affermarlo è una nuova ricerca di basata sulle call con gli analisti delle società che finora hanno rilasciato i risultati finanziari per il secondo trimestre (457 all’11 agosto).
I tre mesi a giugno sono stati positivi per la grande maggioranza delle società. Di quelle che hanno diffuso i conti, il 71% ha battuto le stime degli analisti (contro una media di lungo termine del 48%) e mediamente l’utile per azione ha superato le aspettative del 17% (la media di lungo termine è del 6%). Goldman Sachs prevede ora una crescita dell’utile per azione del 45% e del 2%, rispettivamente, nel 2021 e nel 2022, sulla base di prospettive di ricavi e margini più elevati.
La carenza di manodopera, le interruzioni della catena di approvvigionamento, i prezzi più elevati delle materie prime e la recente debolezza del dollaro hanno contribuito al picco del PCE price index (che dà un’approssimazione sulla misura dell’inflazione ed è monitorato con attenzione dalla Federal Reserve) di giugno al 3,54% anno/anno e dell’indice dei prezzi al consumo al 4,45% anno/anno. “Di conseguenza – si legge nella ricerca – i dirigenti hanno discusso ampiamente delle prospettive di inflazione e dei margini durante le call sugli utili di questo trimestre. In effetti, il numero di citazioni delle parole “inflazione” o “carenza” nelle trascrizioni degli utili dell’S&P 500 in questo trimestre ha raggiunto un nuovo picco almeno dal 2010“. La maggior parte delle aziende sta proteggendo i margini trasferendo gli aumenti dei prezzi ai consumatori, mentre alcuni si stanno concentrando sulla gestione dei costi.
Negli ultimi mesi, i fornitori di dati ESG hanno notato un aumento della domanda di analisi degli scenari climatici e di dati che quantificano il rischio fisico del cambiamento climatico. Allo stesso tempo, Goldman Sachs evidenzia che le aziende hanno discusso esplicitamente dei loro piani per ridurre o eliminare la carbon footprint delle loro operazioni. La maggior parte dei piani prevede una data obiettivo per il raggiungimento di emissioni nette pari a zero, più comunemente il 2050.
Il terzo tema che ha dominato le call sulle trimestrali del secondo trimestre è il fatto che i saldi di cassa delle società dell’S&P 500 si trovano a livelli elevati grazie al miglioramento dei profitti aziendali, nonché all’emissione di debito e azioni. I rapporti tra cash e asset sono vicini a livelli record e ciò permette flessibilità nell’utilizzo del contante da parte del management. Le aziende stanno quindi esplorando modi per investire (tramite capex, ricerca e sviluppo, fusioni e acquisizioni) e per restituire denaro agli azionisti (attraverso dividendi e riacquisti). In misura minore, alcune società stanno cogliendo l’opportunità di ridurre la leva finanziaria.