(Teleborsa) – La parola tapering, come era naturale aspettarsi, non compare nei verbali della riunione di giugno della Federal Reserve (la banca centrale degli Stati Uniti d’America), ma i membri del comitato di politica monetaria hanno segnalato che le condizioni per ridurre il ritmo degli acquisti di asset potrebbero essere soddisfatte “un po’ prima” del previsto. Quello che emerge dalle “minute” del meeting lascia presagire che i funzionari intensificheranno colloqui più formali sul tapering (l’inasprimento della politica monetaria) quando si incontreranno alla fine di questo mese.
“Lo standard del Comitato di “sostanziali ulteriori progressi” è stato generalmente considerato non ancora raggiunto, sebbene i partecipanti si aspettino che i progressi continueranno – si legge nel passaggio più importante del verbale – Vari partecipanti hanno affermato di aspettarsi che le condizioni per iniziare a ridurre il ritmo degli acquisti di asset potrebbero essere soddisfatte un po’ prima di quanto previsto”.
I funzionari della FED hanno poi commentato il programma di acquisti da 120 miliardi di dollari al mese, di cui acquisti di titoli di Stato per 80 miliardi e titoli garantiti da mutui ipotecari (MBS) per 40 miliardi. Si sono trovati più divisi sugli MBS: “Diversi partecipanti hanno riscontrato vantaggi nel ridurre il ritmo di questi acquisti più rapidamente o prima degli acquisti dei titoli di Stato alla luce delle pressioni sui mercati immobiliari – si legge – Diversi altri partecipanti, tuttavia, hanno commentato che è preferibile ridurre proporzionalmente il ritmo degli acquisti di Treasury e MBS”.
“Guardando al futuro, i partecipanti generalmente si aspettano che l’inflazione si attenui man mano che l’effetto di fattori transitori si dissolve, ma diversi partecipanti hanno osservato che prevedono che i problemi alle catene di approvvigionamento e la carenza di input eserciteranno una pressione al rialzo sui prezzi nel prossimo anno”.
Nelle conclusioni, i funzionari della FED convengono che “le condizioni finanziarie complessive sono rimaste molto accomodanti, riflettendo in parte l’orientamento della politica monetaria, che ha continuato a fornire un sostegno adeguato all’economia. Diversi partecipanti hanno evidenziato, tuttavia, che i bassi tassi di interesse stavano contribuendo all’aumento dei prezzi delle case e che le pressioni sui mercati immobiliari potrebbero comportare rischi per la stabilità finanziaria”.
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