(Teleborsa) – “Nella realizzazione del piano per la somministrazione dei vaccini, ferma naturalmente la priorità per le persone più fragili e quelle impegnate in prima linea nella lotta contro la pandemia, sia tenuto in particolare considerazione il personale impegnato nell’erogazione dei servizi bancari, in quanto inclusi tra quelli pubblici essenziali ai sensi della legge n. 146 del 1990”. Questo l’appello contenuto nella lettera inviata oggi da Abi e Organizzazioni sindacali (Fabi, First-Cisl, Fisac-Cgil, Uilca, Unisin) al presidente del Consiglio, al governatore della Banca d’Italia, al commissario Straordinario per l’emergenza epidemiologica Covid-19, e ai ministri dell’Economia e delle Finanze, della Salute, del Lavoro e delle Politiche Sociali.
“I DPCM che si sono succeduti fin dall’inizio dell’emergenza pandemica (da ultimo il 2 marzo 2021, art. 29) – sottolineano Abi e sindacati in una nota – hanno sempre previsto, anche nelle fasi più acute, che fossero garantiti, nel rispetto delle norme igienico-sanitarie, i servizi bancari, finanziari e assicurativi, in considerazione del loro ruolo di sostegno all’economia, alle famiglie e alle imprese. La garanzia di tali servizi è stata possibile anche grazie al forte e costante impegno di Abi e delle Organizzazioni sindacali di settore che hanno condiviso, in specifici Protocolli di settore, misure di prevenzione, contrasto e contenimento della diffusione del virus Covid-19, aggiornandone costantemente i contenuti (da ultimo il 21 dicembre 2020), e allo straordinario impegno e senso di responsabilità delle lavoratrici e dei lavoratori che lavorano in banca”.