(Teleborsa) – “Avremo 4 milioni di dosi di vaccino già a fine mese e poi aspettiamo 50 milioni di dosi per il prossimo trimestre“. Lo avrebbe detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, nel corso dell’incontro su vaccini e aggiornamento del protocollo sulla sicurezza nei luoghi di lavoro cui partecipano il collega di Governo Andrea Orlando e i rappresentanti delle parti sociali.
Secondo fonti che partecipano all’incontro Speranza avrebbe sottolineato che tra i 50 milioni di dosi di vaccino nel secondo trimestre “ci saranno le prime dosi di Johnson & Johnson, che è un vaccino monodose che avrà sul piano della logistica un impatto non banale”.
Speranza avrebbe aggiunto che nel nuovo piano presentato nella Conferenza Stato-Regioni le fasce anagrafiche saranno un elemento guidante nei prossimi mesi e che sei decessi su dieci riguardano la popolazione oltre gli 80 anni.
Il Ministro ha anche detto che “ieri sono state somministrate oltre 230.000 dosi di vaccini. E’ un dato in crescita”. Imperativo categorico adesso, fare in fretta. “Adesso è fondamentale accelerare per completare la vaccinazione degli over 80 e dei soggetti più fragili – ha aggiunto – per i successivi passi della campagna vaccinale lavoriamo al coinvolgimento delle strutture produttive in grado di garantire i necessari standard di sicurezza”.
Nel corso dell’incontro, il Ministro del Lavoro Andrea Orlando ha comunicato che nelle “prossime settimane saranno definiti i requisiti minimi essenziali per le vaccinazioni nei posti di lavoro”.
“In seguito agli incontri tecnici tra Ministero della Salute, struttura commissariale e Inail possiamo riassumere alcuni punti – ha affermato – il quadro complessivo di riferimento sarà dato dal piano vaccinale che è coordinato dal Commissario straordinario Figliuolo. Noi stiamo pensando a come valorizzare le potenzialità del tessuto produttivo e dei luoghi di lavoro per consentire che siano utilizzati per la vaccinazione. E questo naturalmente, come è ovvio, per rendere il più possibile capillare la vaccinazione, rispettando le priorità che sono individuate dal piano strategico nazionale del Ministero della Salute. La prima questione che si è posta è quella di definire i requisiti minimi essenziali, che consentono di realizzare le condizioni di sicurezza, e che siano in coerenza con i requisiti che sono gia’ previsti per i percorsi ordinari”.
Orlando ha poi sottolineato che “queste linee di indirizzo saranno oggetto di confronto con le Regioni e le Province autonome per arrivare a un documento condiviso e i criteri e le modalità di adesione delle aziende agli standard, devono invece essere definite in linea di diritto, da sottoporre alle parti sociali”.
Il Ministro del Lavoro ha aggiunto che “abbiamo pensato a un meccanismo di adesione che consenta alla singola azienda, o più aziende assieme, di aderire senza prevedere il requisito minimo di carattere dimensionale. Tuttavia, la campagna potrebbe essere più agevole, articolandola per le aziende medie, quelle fra 50 e 249 dipendenti, e le aziende di grandi dimensioni, quelle fra i 250 e più dipendenti. Le ultime infatti essendo più strutturate, avrebbero una maggiore capacità di rispettare gli standard minimi di agibilità”.
La campagna avrà un arco temporale molto ridotto, sulla base di un meccanismo adesione da parte delle imprese senza prevedere un requisito minimo dimensionale. Sarà definito uno standard per le adesioni, mentre per le piccole imprese si può immaginare forme di aggregazione, l’utilizzo spazi Inail e unità mobili. La priorità, tuttavia, resta la vaccinazione delle fasce di popolazione più a rischio in quanto più di otto decessi su dieci riguardano gli ultrasettantenni (6 su 10 oltre gli 80 anni e 2,5 su 10 nella fascia 70-79 anni).
Quello di oggi è stato un “passaggio importante” verso la definizione di un protocollo che consentirà di fare le vaccinazioni sui luoghi di lavoro”, ha detto Orlando dando appuntamento al 6 aprile quando “ci rivedremo per iniziare questo percorso per attivare questo canale di vaccinazione che sarà parallelo a quello delle strutture territoriali e consentirà a milioni di lavoratori di accedere al vaccino e, quindi, di andare avanti con più speranza rispetto all’uscita dalla pandemia”.