(Teleborsa) – Resta sostenuta l’attività manifatturiera degli Stati Uniti ad aprile. La stima flash sull’indice PMI elaborato da Markit indica infatti un livello di 60,6 punti, in aumento dai 59,1 punti di marzo e leggermente sopra le attese degli analisti (60,5 punti). L’indicatore si conferma ben al di sopra la soglia chiave dei 50 punti, che fa da spartiacque tra espansione e contrazione del settore manifatturiero.
Segnali positivi giungono anche dal settore terziario. La stima flash sul PMI dei servizi, sempre pubblicata da Markit, indica un valore di 63,1 punti nel mese di aprile, rispetto ai 60,4 di marzo e ai 61,9 del consensus. Il PMI composito si attesta così a 62,2 punti dai 59,7 precedenti.
“L’economia degli Stati Uniti sta godendo di una forte partenza per il secondo trimestre – commenta Chris Williamson, Chief Business Economist presso IHS Markit – Il settore dei servizi è in crescita alla velocità massima registrata in quasi 12 anni di storia dell’indagine e la manifattura ha riportato una delle espansioni più forti osservate negli ultimi sette anni”. La performance del settore manifatturiere “è stata tanto più impressionante, poiché le fabbriche hanno continuato a essere strozzate da ritardi senza precedenti della catena di fornitura, una conseguenza della quale è stato un ulteriore aumento dei prezzi”.
L’aumento del PMI dei servizi – al massimo storico da quando la raccolta dei dati per la serie è iniziata nell’ottobre 2009 – è stato guidato da una maggiore domanda dei clienti e dalla riapertura di molte attività a seguito dell’allentamento delle restrizioni. I costi medi per le aziende hanno comunque continuato a crescere notevolmente in aprile, poiché l’aumento dei prezzi del carburante, dei salari, delle spedizione e dei DPI hanno trainato l’inflazione.