(Teleborsa) – La Federal Reserve conferma una politica monetaria accomodante e ribadisce “l’impegno ad utilizzare la gamma completa di strumenti per sostenere l’economia degli Stati Uniti in questo momento difficile, promuovendo in tal modo i suoi obiettivi di massima occupazione e stabilità dei prezzi”. È quanto emerge dal comunicato del FOMC, il Comitato di politica monetaria della banca centrale americana, che ha confermato i tassi sui FED funds ai minimi storici, in un range compreso tra lo zero e lo 0,25%. Reiterato anche il piano di quantitative easing, che proseguirà ad un ritmo di 120 miliardi di dollari al mese , di cui 80 miliardi in Treasuries e circa 40 miliardi in ABS.
Nonostante abbiano mantenuto i tassi di interesse vicino allo zero, i funzionari della Federal Reserve hanno segnalato di aspettarsi due aumenti entro la fine del 2023, sostanzialmente anticipando la loro risalita rispetto a quanto comunicato tre mesi fa. Le proiezioni trimestrali hanno infatti mostrato che 13 funzionari su 18 sono favorevoli ad almeno un aumento dei tassi entro la fine del 2023, contro i sette di marzo. Undici funzionari prevedono almeno due aumenti entro la fine di quell’anno. Inoltre, sette di loro sono favorevoli ad un aumento già nel 2022, rispetto ai quattro del meeting del 16 e 17 marzo.
La FED, più che osservare l’andamento dei prezzi al consumo (CPI), guarda con attenzione al potere d’acquisto (indice PCE e PCE core), che meglio rappresenta il meccanismo di trasmissione dell’inflazione sui consumi. Ora la banca centrale americana si aspetta un PCE mediano del 3,4% nel 2021, del 2,1% nel 2022 e del 2,2% nel 2023. Le stime di marzo erano per, rispettivamente, un 2,4%, 2% e 2,1%. Il PCE core mediano è atteso al 3% quest’anno, 2,1% l’anno prossimo e al 2,1% nel 2023. Le previsioni dell’ultimo meeting erano per, rispettivamente, un 2,2%, 2% e 2,1%.