(Teleborsa) – Dopo lo stop causato dai mesi di lockdown riprende il turismo in ingresso in Italia ma i livelli precedenti alle misure restrittive restano ancora lontani. Recupera, invece, in misura maggiore il turismo degli italiani all’estero . Nei tre mesi terminanti a maggio 2021 la spesa dei viaggiatori stranieri in Italia è cresciuta del 36,4 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, mentre quella dei viaggiatori italiani all’estero è aumentata ancora di più, segnando un incremento del 57,8. È quanto emerge dall’indagine periodica sul turismo internazionale realizzata dalla Banca d’Italia sulla base di interviste e conteggi di viaggiatori residenti e non residenti in transito alle frontiere, come valichi stradali e ferroviari, porti e aeroporti internazionali.
Nel confronto con il corrispondente periodo del 2019, precedente al diffondersi dell’allarme Covid, – rileva lo studio – permane una contrazione dell’83,4 per cento guardando ai flussi in ingresso e del 67,1 sui flussi in uscita. Il nostro Paese sta, dunque, anche faticando di più ad attrarre turisti stranieri di quanto altri Paesi di destinazione riescano a richiamare turisti italiani. Il periodo in esame (marzo-maggio) – spiega il rapporto – è precedente all’imposizione su vasta scala del cosiddetto “green pass”, quindi i dati non ne scontano ancora gli effetti.
Secondo i dati dell’indagine nel mese solo di maggio 2021 il saldo della bilancia dei pagamenti turistica ha registrato un avanzo di 34 milioni, a fronte di un saldo positivo di 78 milioni nello stesso mese dell’anno precedente. Ma il confronto più eclatante è quello con il maggio del 2009, quando l’avanzo era stato di 2,072 miliardi a maggio 2019: praticamente questo consistente surplus si è quasi azzerato.
Rispetto a maggio 2020 le spese dei viaggiatori stranieri in Italia sono cresciute del 62,4 per cento (775 milioni di euro, da 477 milioni); quelle dei viaggiatori italiani all’estero sono cresciute dell’85,9 (741 milioni da 398 milioni di un anno prima); entrambi i flussi permangono su livelli ampiamente inferiori a quelli rilevati nel 2019.