(Teleborsa) – Nel 2020 gli aeroporti europei hanno perso 1,72 miliardi di passeggeri rispetto all’anno precedente, un calo pari al 70,4%. È quanto ha rilevato nel suo rapporto sul traffico aereo ACI EUROPE, l’associazione degli scali europei.
“Con appena 728 milioni di passeggeri nel 2020 rispetto ai 2,4 miliardi di passeggeri dell’anno precedente, gli aeroporti europei sono tornati ai livelli di traffico del 1995. Nessuna industria può resistere da sola a un tale shock – ha dichiarato Olivier Jankovec, Direttore generale dell’associazione – Sebbene alcuni Stati abbiano adottato misure per sostenere finanziariamente i propri aeroporti, finora in Europa sono stati stanziati solo 2,2 miliardi di euro a tale scopo. Questo è meno dell’8% dei ricavi che gli aeroporti hanno perso lo scorso anno”.
Dal report, che include i dati relativi a tutti i tipi di voli commerciali da, verso e all’interno dell’Europa (servizio completo, low cost, regionale, charter, trasporto merci completo e altri), è emerso che il crollo del traffico negli aeroporti dell’UE (-73% e 1,32 miliardi di passeggeri persi) è stato nettamente maggiore rispetto a quello comunque molto netto registrato dagli scali del blocco extra UE (-61,9% e 400 milioni di passeggeri persi). “Ciò è dovuto principalmente alle dimensioni e alla relativa resilienza dei mercati nazionali principalmente in Russia ma anche in Turchia, combinate con blocchi e restrizioni di viaggio meno rigorosi rispetto al mercato dell’UE”, si legge nella nota che accompagna la pubblicazione del documento.
“Con ulteriori diminuzioni del traffico nelle ultime settimane e nessuna ripresa in vista, è necessario fare di più. Aiutare gli aeroporti è essenziale per ricostruire la connettività aerea e sostenere efficacemente le comunità locali e regionali e il turismo. È inoltre fondamentale ripristinare le capacità di investimento degli aeroporti per il futuro. Senza ulteriore sostegno finanziario, gli investimenti in decarbonizzazione, digitalizzazione e SESAR sono a rischio”, ha aggiunto Jankovec.
Il divario tra i mercati UE-extra UE si è amplificato soprattutto nella seconda metà dell’anno. Mentre sia gli aeroporti dell’UE che quelli extra-UE hanno visto il traffico passeggeri quasi fermarsi nel secondo trimestre (rispettivamente -97,3% e -93,3%), le perdite nel quarto trimestre sono state del -83,8% negli aeroporti dell’UE rispetto al -63,9% negli aeroporti fuori dall’Unione Europea. Anche in questo caso, ciò è dovuto principalmente alla relativa resilienza del traffico passeggeri interno nel mercato extra UE (-39,8%) rispetto al mercato UE (-72,9%), nonostante anche gli aeroporti extra UE abbiano superato quelli UE per il traffico passeggeri internazionale (rispettivamente -78,2% e -86,6%).
I 5 hub classificati come “Majors” nel 2019 – Londra-Heathrow, Parigi-CDG, Amsterdam-Schiphol, Francoforte e Istanbul – hanno perso 250 milioni di passeggeri nel 2020. Francoforte (-73,4%) ha registrato la diminuzione maggiore, seguita da vicino da Londra-Heathrow ( -72,7%), Amsterdam-Schiphol (-70,9%), Paris-CDG (-70,8%) e Istanbul (-59,6%). Nel quarto trimestre lo scalo turco è diventato l’aeroporto più trafficato d’Europa, seguito dall’altro aeroporto della città Istanbul-Sabiha Gocken e dagli scali di Mosca (Sheremetyevo, Domodedovo e Vnukovo).
Per quel che riguarda il solo traffico merci, l’attività è diminuita dell’11,8% nel 2020 rispetto all’anno precedente, con una perdita quasi equamente distribuita tra aeroporti UE (-12,1%) e aeroporti extra UE (-9,9%). Il report segnala che aa ripresa del traffico merci ha subito un’accelerazione a partire dallo scorso settembre: a dicembre infatti si è registrato un risultato sostanzialmente identico a quello dello stesso mese nel 2019. Tra i primi 10 aeroporti europei per il trasporto merci, gli aumenti di volume sono stati registrati solo da Liegi (+ 23%), Lipsia-Halle (+ 12%), Lussemburgo (+ 6%) e Colonia-Bonn (+ 5%).