(Teleborsa) – Saranno decise in settimane le modalità dello sciopero alla Sevel di Atessa, dove 705 lavoratori sono a rischio in assenza di una risposta positiva di Stellantis sulla loro stabilizzazione.
A lanciare l’allarme Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim-Cisl, dopo lo stop allo stabilimento fino al 4 settembre per la mancanza di semiconduttori che ha costretto alla cassaintegrazione i 705 lavoratori in somministrazione, cioé effettivamente dipendenti dalla agenzie interinali, più i 5.670 dipendenti della Sevel, azienda in provincia di Chieti che produce veicoli commerciali per Stellantis.
“Nonostante si aumentino i volumi – spiega Uliano all’Ansa – ci sono meno lavoratori interni rispetto al passato, quando c’era meno produzione. Siamo preoccupati perché questi lavoratori ora sono in pianta stabile e parte fondamentale della produzione e se non vengono confermati, noi pensiamo che a rischio non siano solo loro, ma lo stabilimento stesso”. “Ad oggi non abbiamo ricevuto risposte -sottolinea il sindacalista -la rappresentanza sindacale si riunisce entro la fine della settimana per definire le modalità dello sciopero. Senza novità, andiamo avanti”. La preoccupazione arriva dallo spettro di una delocalizzazione.
“Siamo preoccupati perché nel frattempo Stellantis sta costruendo uno stabilimento per veicoli commerciali in Polonia – aggiunge – che a regime doveva fare 100mila furgoni, Sevel sta producendo 300mila veicoli. Non abbiamo elementi, ma se i 705 lavoratori non vengono stabilizzati, qualche dubbio ci viene. La preoccupazione è che lo stabilimento polacco porti via parte del lavoro dello stabilimento di Sevel”