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Stallo OPEC+, Goldman Sachs: Brent a 80 dollari quest'estate e più volatilità

(Teleborsa) – Il rinvio a data da destinarsi della riunione dell’OPEC+ di luglio non dovrebbe avere effetti troppo negativi sul mercato del greggio e i suoi prezzi. A sostenerlo è una ricerca di Goldman Sachs, che all’indomani dello stop alle trattative dell’OPEC+ (la formulazione allargata dei produttori di greggio che comprende membri del cartello e membri esterni), conferma la sua previsione per un graduale aumento della produzione fino al primo trimestre del 2022 e per i prezzi del Brent intorno agli 80 dollari al barile per quest’estate.

“Il nostro scenario base rimane per un graduale aumento della produzione nel secondo semestre del 2021 – leggermente superiore a quello discusso dal gruppo (a un tasso mensile di 0,5 mb/g), seguito da simili aumenti della produzione nel primo trimestre del 2022, per mettere fine al calo delle scorte, ai minimi dal 2013″, scrivono in una nota gli analisti Damien Courvalin e Jeffrey Currie.

“Mentre i negoziati continuano – aggiungono – prevediamo che la maggior parte dei risultati possibili implichi ancora prezzi più alti nei prossimi mesi mentre il mercato fisico si restringe, e la necessita per una produzione OPEC+ maggiore rispetto a quanto discusso dall’organizzazione per il prossimo anno. La volatilità dei prezzi probabilmente aumenterà”.

Inoltre, il recupero della domanda e la lenta ripresa della produzione globale – unite al calo della capacità produttiva a causa dei sotto-investimenti di molti Paesi OPEC+, consentirebbero agli Emirati Arabi Uniti, all’Arabia Saudita e alla Russia di portare la produzione a livelli trimestrali vicini ai massimi storici, soddisfano quindi le loro aspettative. “Sebbene la minaccia di una nuova guerra dei prezzi dell’OPEC+ non sia più trascurabile, il suo impatto negativo sui prezzi sarebbe attenuato da un mercato globale che parte da un deficit di 2,5 mb/g e necessita di una produzione extra di 5 mb/g entro la fine dell’anno per evitare scorte criticamente basse”, concludono gli analisti della banca d’affari statunitense.

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