(Teleborsa) – La banca centrale spagnola ha tagliato le stime di crescita per il 2021, dal 6,8% previsto a dicembre al 6% attuale. Tra i principali motivi della revisione al ribasso ci sono un primo trimestre più debole del previsto (a causa delle restrizioni ancora in vigore) e una maggiore incertezza sui tempi di attivazione dei fondi europei per la ripartenza.
“Le prospettive economiche rimangono soggette a forte incertezza”, ha sottolineato il Banco de Espana in una nota. In particolare, la banca centrale pone l’attenzione “sulle cicatrici” che la pandemia può lasciare sul sistema produttivo e sul mercato del lavoro, “in termini di fallimenti di imprese e disoccupazione di lunga durata” e sui cambiamenti indotti dalla crisi sul comportamento dei soggetti economici (vengono citati il forte aumento del tasso di risparmio delle famiglie e il grave calo delle esportazioni turistiche).
Un prezzo più alto del petrolio, un euro leggermente più forte e un aumento dei tassi di interesse a lungo termine sono gli altri elementi che hanno contribuito alla revisione al ribasso da parte della Banca di Spagna del suo scenario di base per l’andamento del PIL spagnolo per l’anno in corso.
“Lo spiccato dinamismo del PIL previsto per la seconda metà del 2021”, viene sottolineato, darà un forte impulso al PIL nel 2022, quando dovrebbe crescere a un tasso del 5,3%, prima di rallentare e normalizzarsi nel 2023 (+1,7%).