(Teleborsa) – Secondo l’agenzia di rating S&P le aziende italiane probabilmente registreranno una “sana” crescita dei ricavi anche nel 2022 e nel 2023, superando la crescita del PIL del paese come nel 2021, ma dovranno affrontare nuovi rischi. “In effetti, molte delle nostre valutazioni sono in rialzo per le imprese italiane”, ha spiegato l’analista di S&P, Renato Panichi, Managing Director Office Head Italy, nel rapporto pubblicato oggi “Italian Corporate Outlook 2022: Recovery Widens, With New Risks”.
“Attualmente, il 75% mostra outlook stabili – ha sottolineato -. Gli outlook negativi sono scesi al 4% dal 40% di fine 2020, un forte rimbalzo che riflette il recupero delle condizioni di business”. Gli investimenti aziendali sono in forte crescita: le aziende italiane valutate mostrano una crescita del 30% per il 2021 e prevedono un aumento del 9% nel 2022. La leva finanziaria è destinata a recuperare nel 2022. Le moratorie sono scese al 4% del debito totale, da un picco del 15% a fine 2020, alla luce delle migliori condizioni di liquidità. Tuttavia, i prestiti con garanzie statali ammontano a 237 miliardi, il 19% del debito totale. Al contrario, la ripresa dei margini sta rallentando, in gran parte a causa di un ritardo nel passaggio dell’aumento dei costi delle materie prime e dell’energia, i cui effetti diventeranno più visibili nel 2022.
“In effetti, i rischi principali riguardano le persistenti pressioni sulla catena di approvvigionamento e sull’inflazione, l’incertezza sulla pandemia e le condizioni di finanziamento più strette, dato che le banche centrali pensano di ridurre gli acquisti”, ha aggiunto l’analista Arianna Valezano. Inoltre, scrive l’agenzia di rating, “il rischio ambientale sta aumentando per le materie prime e i materiali. Nell’ambito del piano Fit for 55, l’Ue sta adottando la posizione più rigorosa al mondo in materia di CO2, con il maggiore impatto per i trasporti, le auto, i servizi pubblici, gli edifici, l’acciaio e il cemento. Le aziende dovranno sostenere costi crescenti legati alle loro emissioni dirette di CO2 e potrebbero aver bisogno di investimenti più grandi di quelli pianificati per far fronte agli ambiziosi obiettivi di Fit for 55″.