(Teleborsa) – Assaeroporti esprime forti perplessità e preoccupazione per le dichiarazioni del Ministro Giovannini che in occasione del Salone della Csr questa mattina ha affermato che nel PNRR e nel Fondo Complementare del MIMS “non ci sono fondi per gli aeroporti perché finché la transizione ecologica non viene avviata in modo consistente, investire sul trasporto su gomma o aereo significa danneggiare l’ambiente e andare nella direzione opposta rispetto agli obiettivi di riduzione delle emissioni e di decarbonizzazione”.
L’esclusione del trasporto aereo, ed in particolare degli aeroporti, da ogni forma di finanziamento pubblico è in evidente contraddizione con l’esigenza da tutti condivisa di realizzare forti investimenti capaci di spingere il settore verso la piena sostenibilità. Il sistema aeroportuale italiano è da tempo impegnato in tale direzione ed i nostri aeroporti sono in prima linea in Europa sul fronte della decarbonizzazione. Gli ingenti investimenti necessari per accelerare tale processo non possono essere sostenuti esclusivamente dalle società di gestione, duramente colpite dalla crisi pandemica (-3 MLD di fatturato). E’ opportuno peraltro tener presente che a livello nazionale il peso del trasporto sulle emissioni complessive di Co2 nel 2019 è stato del 25,2%, di cui il 23,4% relativo al settore stradale, l’1,2% al settore marittimo e lo 0,6% al comparto aereo.
D’altra parte non si può non sottolineare come questa tassativa chiusura verso il trasporto aereo da parte delle autorità di Governo appare in singolare contraddizione con il significativo volume di risorse pubbliche destinato all’operazione ITA, operazione che, peraltro, Assaeroporti ritiene positiva per il Paese.
Vale la pena, infine, ricordare che il settore aeroportuale rappresenta il 3,6% del PIL italiano con 150 mila lavoratori diretti e circa 880 mila indiretti; che il trasporto aereo costituisce una formidabile leva di sviluppo del turismo e di crescita dei territori; che è il mezzo di trasporto nettamente più sicuro; che resta ovviamente insostituibile per assicurare il diritto alla mobilità sulle lunghe distanze.
E’ quindi miope e palesemente priva di strategia una politica che si esaurisce nell’obiettivo di limitare il traffico aereo, invece di sostenere lo sviluppo del sistema aeroportuale ed accompagnarne la transizione ecologica e digitale, in un’ottica intermodale a beneficio della collettività.