(Teleborsa) – I Comuni del Montiferru, nell’Oristanese, teatro del gigantesco rogo divampato tra il 24 e il 25 luglio, hanno già trasmesso alla Regione Sardegna le richieste di privati e aziende che chiedono un risarcimento per i danni subiti. Ma i ristori, probabilmente, non arriveranno prima di ottobre dal momento che la legge Omnibus ha appena iniziato l’iter in Consiglio regionale.
Sul tavolo dell’Assemblea c’è uno stanziamento di 20 milioni, ma, stando alle prime stime, potrebbero servirne almeno il doppio. Solo da Cuglieri, tra i territori più colpiti, arriva la richiesta di oltre 16,7 milioni sulla base dell’80% delle istanze presentate in Comune da 349 coltivatori privati e 88 aziende danneggiate. Nel dettaglio sono 43 i fabbricati distrutti dalle fiamme e 24 i beni mobili (attrezzature e mezzi agricoli), oltre a 3 strutture nel cimitero. “Abbiamo già finito i soldi per l’emergenza – ha detto all’Ansa il sindaco Gianni Panichi – ma ci sono lavori da fare per le bonifiche o le opere di mitigazione del rischio idrogeologico ora che il bosco è stato cancellato”.
Più di 150 istanze ulteriori sono arrivate da Santu Lussurgiu dove gli ettari percorsi dal fuoco sono stati stimati in 1.800 all’interno del territorio comunale, a cui si aggiungono i danni provocati alla viabilità e ad alcuni manufatti idrici (due pozzi). “Abbiamo fatto una ricognizione di carattere generale con l’elenco dei beni danneggiati – ha spiegato il sindaco Diego Loi – le istanze sono poi state girate alla Regione per la quantificazione dei danni che possono avere subito aziende e privati. Ora serve un intervento per le bonifiche e ci stiamo unendo come Comuni in un sub-ambito per gestire in forma associata gli interventi”.
Altre 100 richieste danni sono arrivate da Trensuraghes dove la superficie bruciata è di circa 140 ettari. “Si tratta di pascoli, vigneti e case rurali a servizio delle campagne – fa sapere il sindaco Giovanni Mastinu –. Almeno tre aziende hanno avuto danni gravi e serve una mano per ripristinare il bosco”.
Giovedì 9 i sindaci saranno in Consiglio regionale per esporre le proprie ragioni.