(Teleborsa) – La riforma del fisco così come trapelata nelle ultime ore dall’intesa fra i partiti di maggioranza lascia interdetti quasi tutti – imprese e sindacati – tranne i “tecnici” che in questi giorni hanno lavorato ad oltranza per mettere a punto la mini riforma delle aliquote. L’intesa raggiunta al tavolo del Mef ripartisce le risorse destinando circa 7 miliardi di euro al taglio dell’Irpef e circa un 1 miliardo di euro all’eliminazione dell’Irap per autonomi e persone fisiche.
Misure strutturali
Il taglio dell’Irpef e l’eliminazione dell’Irap sono misure “strutturali”, quindi non applicate solo nel 2022. Lo ha confermato la vice Ministra all’Economia Laura Castelli, aggiungendo “nei prossimi giorni ci saranno alcuni aggiustamenti di dettaglio ma l’aspetto importante è che si è trovato un equilibrio tra forze politiche, perfettamente in linea con l’indirizzo Parlamentare”.
Con riforma aliquote addio al bonus Renzi
Le aliquote Irpef scenderanno da cinque a quattro: la fascia di reddito fino a 15mila euro resta al 23%; quella da 15mila euro a 28mila scende dal 27% al 25%; le due fasce successive verranno accorpate includendo i redditi da 28mila euro a 50mila euro con un’aliquota al 35%. Oltre i 50mila euro l’imposizione sarà del 43%. Sulla no tax area si valutano piccole modifiche.
Il bonus “Renzi” da 80 euro, diventato poi 100, sarà eliminato e le detrazioni saranno riordinate, e riassorbiranno i precedenti bonus. Ma su quest’ultimo punto non c’è ancora nulla di definito.
Misiani: benefici per ceto medio
“Siamo molto soddisfatti. L’ipotesi di accordo concentra le risorse sull’Irpef, come chiedevamo, e aiuta innanzitutto chi oggi paga gran parte dell’imposta: dipendenti, pensionati, ceto medio”, ha detto il responsabile economico del Pd Antonio Misiani, aggiungendo che vi sono “benefici che possono superare i 700 euro annui per alcune fasce di contribuenti del terzo scaglione Irpef, attualmente compreso tra 28 e 55 mila euro”.
Confindustria e terziario chiedono confronto
Non è soddisfatta dell’accordo Confindustria, che parla di “scelte che suscitano forte perplessità perché senza visione per il futuro dell’economia del nostro Paese” e chiede di aprire un confronto con le parti sociali.
Anche le associazioni del terziario chiedono un “tavolo di confronto” per parlare delle modalità di attivazione del fondo pluriennale per la riduzione della pressione fiscale.
Sindacati in attesa di “chiamata”
La Cgil e la Uil chiedo un aumento delle detrazioni per lavoratori dipendenti e pensionati ed attendono una convocazione per parlare di fisco, pensioni e di alcuni temi che riguardano la legge di bilancio.